A
proposito di ESPRESSIONE... |
LA
DIZIONE
Per
alcuni « dizione » significa il perfezionamento del proprio
modo di parlare; essa è molto importante in quanto la nostra esperienza
quotidiana ci dimostra come uno studio intelligente della dizione potrebbe
migliorare l’uso limitato e scorretto che facciamo della lingua
italiana. Si può fare della dizione per interesse personale e piacere
proprio, oppure per diventare capaci di interpretare meglio dei testi.
Essa chiede all’interprete la collaborazione riunita della sua cultura,
dell’intelligenza, della sensibilità e del suo senso musicale.
La dizione, infine, può essere intesa come il mezzo per penetrare
profondamente nello spirito di un testo, unica possibilità di scoprire
l’animo e le vere intenzioni dell’autore. |
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La voce Il
meccanismo della voce ha grande importanza nell’arte della dizione
ed è necessario che l’attore se ne renda padrone. Tutte
le voci possono diventare perfette con una giusta impostazione.
Il
giuoco di queste diverse voci è importante perchè se ne
possono trarre diversi effetti. La voce deve essere piegata a tutte quelle
inflessioni che sono necessarie per esprimere le passioni umane. |
Pronuncia. Una pronuncia chiara e ben marcata rende
la voce più bella e sonora. E’ difficile incontrare una persona
che parli, per abitudine, con la correttezza che esige il teatro. Specialmente
gli errori causati dal cattivo uso degli accenti tonici e fonetici sono
quasi generali, a causa dei tanti dialetti che si parlano in Italia. Le mete da raggiungere, per una buona pronuncia, sono:
Intonazione. La maggiore difficoltà dell’arte
drammatica è quella di recitare con la massima naturalezza. Distribuzione delle pause. Nessun personaggio parla senza riprendere
respiro. Anzi, la maggiore intensità teatrale si raggiunge proprio
nei momenti di silenzio a scena aperta, silenzi che non sono fatti per
riprendere lena, ma durano qualche istante e sono generalmente immaginari
e creati dall’attore stesso. In gergo teatrale queste, pause si
chiamano “ pause artistiche” , esse producono sul pubblico
una impressione vivissima perchè spesso sono più espressive
della parola. Non devono essere troppo brevi perchè lascerebbero
indifferente l’uditorio, ma nemmeno troppo lunghe perchè
lo stancherebbero. |
LETTURA ESPRESSIVA La dizione ha il suo banco di prova nella lettura espressiva, cioè nel leggere con naturalezza, davanti ad un uditorio. Nell’espressione scout questa forma ricorre sovente,
non solo nella presentazione di alcuni numeri di espressione, ma in quei
numeri muti che sono interamente commentati da una o più voci,
ed in tutte le altre applicazioni dell’ espressione, quali le paraliturgie,
la lettura di testi al bivacco, delle Letture durante la Messa, o di un
messaggio nel corso di una cerimonia.
Nella prima lettura si chiede e per quale
causa , nella seconda si esprime meraviglia Realizzazione pratica della dizione. Il modo più semplice per mettere in pratica la
dizione e per cercare di migliorare quella che si ha, è certo quello
di obbligare le persone a parlare , in qualsiasi ambiente o situazione
essi si trovino: esigere la partecipazione attiva di ciascuno alle discussioni,
la presa di parola alle riunioni, ai dibattiti; costringere anche coloro
che non aprono
Tutti questi esercizi devono avvenire con gli interpreti seduti intorno ad un tavolo, in modo che manchi completamente l’aiuto del gesto o del movimento.
Cercare di imitare il modo di parlare caratteristico de:
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CORO
PARLATO
Il
coro parlato è l'applicazione più completa e più
scout della dizione. Infatti consiste in un numero di parlato puro recitato
da cinque o sei (o anche più) lettori, oppure direttamente letto
su un testo. La
tonalità. Soprattutto
nei dialoghi all’unìsono è necessario curarla: dove
gli artisti sono come tante corde di uno strumento e devono essere accordati
fra loro. E’ quindi necessario ottenere completa fusione di voci.
Non curare l’intonazione è in generale il primo difetto degli
attori dilettanti ed è appunto questo difetto che fa subito distinguere
la loro recitazione da quella dei veri artisti . |
Esercizi di esclamazioni per un coro parlato:
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Recitazione corale. La pratica della recitazione corale è un eccellente mezzo di educazione. Gli scouts dovrebbero appassionarsi a questo genere espressivo. In nessun posto quanto nella recitazione corale (teatralmente, si intende) si sente meglio la vita di un clan o di una pattuglia. Sottomissione di ognuno aI direttore del coro, ritmica comunicazione fra i coristi, controllo del pensiero e del corpo e loro guida, verso degli scopi che non sono personali ma comunitari; emozione collettiva, sforzo unanime verso l’espressione viva di se stessi, del gruppo e dietro al gruppo di tutta una comunità d’anima e di corpo. La recitazione corale
salvaguarda la purezza del testo recitato ed è uno dei rimedi più
efficaci, per disintossicare il teatro e la recitazione in genere facendo
riscoprire le leggi essenziali, prive di ogni complicazione decorativa,
escludendo dall’espressione scout la figura dell’ istrione,
a cui tanto la televisione ci ha abituato, e scoraggiare le false vocazioni:
ecco qualcuno degli aspetti positivi che accoglie in sè la recitazione
corale, ecco perché sarebbe bello che fosse realizzata e bene accetta
nei fuochi di campo, nelle feste dei riparti e del clan. |