LO
SCAUTISMO IN GERMANIA TRA LE DUE GUERRE
Nel periodo tra le
due guerre, nonostante un pullulare di associazioni sedicenti scout (Pfadfinder)
nessuna associazione fu giudicata tale da poter essere riconosciuta dall’Ufficio
internazionale dello Scautismo. Alcune di esse avevano programmi, attività
e metodi improntati ad un netto militarismo. Altre prendevano posizioni
politiche – invariabilmente nazionaliste e di destra – in
relazione alla revisione del trattato di pace e ai progetti di Anschluss
(unione tra Germania ed Austria). Tutte avevano anche un vivissimo tasso
di litigiosità reciproca, che faceva sì che continuamente
si aggregassero e si disgregassero ed impediva loro di presentare all’Ufficio
internazionale una federazione realmente unitaria.
Scrivendo a un tale Franz Habbel (esponente di una federazione di tali
associazioni pseudo-scout, il Deutscher Pfadfinderbund), ad esempio, il
1° ottobre 1924 il Direttore dell’Ufficio internazionale Hubert
Martin affermava che la posizione dell’Ufficio internazionale circa
lo Scautismo in Germania:
“…è
che noi siamo estremamente desiderosi di vedere un’associazione
scout unita che sia fondata ed operi sulla base di un’autentica
impostazione scout quale è formulata da Sir Robert Baden-Powell
nel suo libro Scautismo per Ragazzi. Per quanto concerne il Deutscher
Pfadfinderbund, il Comitato mondiale è del parere che al momento
attuale tale organizzazione: 1. ha una tendenza eccessiva verso idee
e metodi militari; 2. ha tendenza ad occuparsi di questioni politiche,
e 3. dovrebbe cessare ogni interferenza con lo scautismo in Austria
.” (1)
B.-P. era fiducioso
che prima o poi il problema dello Scautismo in Germania sarebbe stato
risolto. Nella sua mente i tedeschi erano già sostanzialmente appartenenti
al Movimento scout mondiale. Nel 1925, ad esempio, gli venne chiesto di
scrivere un articolo sulle differenze razziali tra la Gran Bretagna e
la Germania. B.-P. rifiutò di scrivere tale articolo e rispose
(2 marzo 1925):
“Il Movimento
degli Scout e delle Guide, che attualmente si è diffuso in Germania
come in tutti gli altri Paesi civili, sta portando un numero considerevole
di giovani della generazione emergente – circa due milioni di
membri attivi – ad avere un più stretto rapporto e conoscenza
personale, in un cameratismo che trova il suo fondamento in un unico
ideale di buon civismo ed amicizia .”(2)
Le speranze di B.-P.
andarono purtroppo deluse ed al momento della presa di potere da parte
di Hitler (gennaio 1933) non vi era ancora in Germania alcuna associazione
tedesca riconosciuta. La Hitler Jugend, organizzazione giovanile del regime,
che – come i Balilla italiani – aveva manifestato subito la
sua intenzione di monopolizzare tutta la gioventù del paese, ottenne,
nel giugno 1933, che fosse sciolto un organismo federale giovanile, il
Großdeutche Bund, che raccoglieva molti movimenti giovanili, tra
cui anche una decina di associazioni sedicenti scout. Altre associazioni
scout, esse pure non riconosciute per i motivi suaccennati, facevano parte
di un’altra federazione, il Reichschaft deutscher Pfadfinder, che
per il momento fu lasciata in vita. Ancora altre associazioni, come i
Freishar e i Neupfadfinders, si sciolsero di loro volontà per entrare
a far parte della Hitler Jugend.(3)
B.-P.
E IL REGIME NAZISTA
B.-P. fu
a lungo incerto sul giudizio da dare su Hitler e il Nazismo (così
come, del resto, su Mussolini e il Fascismo). Va ricordato che Hitler
era giunto al potere tramite regolari elezioni, e che non era molto nota
all’estero la particolare brutalità del regime da lui instaurato.
Egli quindi alternò a giudizi fortemente critici (in Italia e in
Germania i due dittatori hanno “imbrigliato lo spirito e soppresso
l’individualità”, mentre lo scautismo “crede
nella promozione del desiderio dall’interno del ragazzo piuttosto
che in un’imposizione dall’esterno”) valutazioni piuttosto
elogiative, magari sullo spunto della sua critica al sistema scolastico
tradizionale:
“I
dittatori in Germania e in Italia hanno fatto meraviglie nel risuscitare
i loro popoli e farne nazioni. Hanno riconosciuto che la mera educazione
scolastica non è sufficiente per costruire una generazione di
uomini che sia ad un tempo competente, sana e patriottica, cioè
una nazione forte. […] La Germania ha amalgamato le sue varie
associazioni giovanili in un programma generale di formazione .”(4)
Ma, nell’ottobre
1936, la sua critica è netta e chiaramente riferita alle manifestazioni
di massa della Hitler Jugend:
“In
vari Paesi altri metodi vengono provati, ed è lusinghiero per
noi che essi siano in qualche misura basati sull’organizzazione
che noi abbiamo dato al Movimento scout: ma qui l’analogia cessa,
perché i loro autori hanno dato alla formazione uno scopo fondamentalmente
diverso, e l’hanno imposta con una forma di istruzione obbligatoria
della massa anziché ispirare, come facciamo noi, un’autoeducazione
volontaria ad opera del singolo ragazzo. È vero che essi ottengono
di condurre più grandi quantità di ragazzi sotto l’incantesimo
del loro ipnotismo di massa; ma noi otteniamo una qualità più
alta di giovani cittadini dotati di un carattere forte .” (5)
E nel discorso
alla Conferenza internazionale dell’Aja (agosto 1937), che citeremo
più sotto, ribadì il concetto:
“L’unità
è oggi ricercata in alcuni Paesi attraverso la coercizione e
la repressione delle idee e dell’iniziativa individuale, asseritamente
per il bene comune. Ma il pericolo è che questa sia soltanto
una unità superficiale, che non viene dal cuore della gente.”(6)
PRIMI
CONTATTI TRA HITLER JUGEND E SCAUTISMO
Il Jamboree
del 1933 fu tenuto nell’agosto a Gödöllö, in Ungheria,
un Paese che era anch’esso revisionista rispetto alla sistemazione
post-bellica e quindi in buoni rapporti sia con l’Italia di Mussolini
che con la Germania di Hitler. Questo facilitò le visite a quel
Jamboree, oltre che di un contingente di ben 1.000 tra Avanguardisti e
Balilla moschettieri dell’ONB (7), anche di una delegazione della
Hitler Jugend, in perfetta uniforme, guidata dal capo del suo ufficio
rapporti internazionali, Karl Nabersberg. Questi si recò l’anno
dopo a Londra – sempre in uniforme della HJ – per prendere
contatto con l’Ufficio internazionale dello scautismo.
Nabesberg, che era accompagnato da un certo Otto Bene (8), “rappresentante
nazista per la Gran Bretagna e l’Irlanda”, e da un funzionario
dell’ambasciata tedesca a Londra, von Scherpenberg, incontrò
Hubert Martin e un membro britannico del Comitato internazionale, Lord
Hampton. La conversazione non mancò di interesse. Secondo il resoconto
che ne fece Martin a B.-P.:
“Herr
Nabesberg spiegò che lo scopo della sua visita era di sottolineare
il desiderio del movimento giovanile tedesco di avere rapporti amichevoli
con altri movimenti giovanili di altri Paesi: tra questi, il Movimento
scout era il più importante. Naturalmente, era da escludersi
che [la Hitler Jugend] si affiliasse agli Scouts o a qualsiasi altro
movimento giovanile, ma egli sperava che grazie allo stabilimento di
amichevoli contatti informali con i membri dei vari movimenti giovanili
ogni incomprensione potesse essere dissipata e che in tal modo si potesse
fare qualcosa per far nascere sentimenti amichevoli tra i giovani dei
vari Paesi. Aggiunse che la Hitler Jugend non intendeva fare alcuna
opera di propaganda in altri Paesi.
La nostra risposta fu che, mentre il Movimento scout poteva riconoscere
ufficialmente e accettare tra le sue file solo organizzazioni nazionali
non politiche che accettassero i suoi principi nella loro totalità,
desiderava, ciò non di meno, rimanere in rapporti amichevoli
con tutti gli altri movimenti giovanili che avevano tra i loro obiettivi
la formazione del carattere in direzione di un buon civismo e di un’amicizia
mondiale. Speravamo che in qualche data futura sarebbe stato possibile
per la Germania costituire un’associazione scout tedesca che potesse
entrare a far parte della fraternità mondiale degli Scout.
A questo, Herr Nabesberg rispose che per il momento ciò non era
possibile, ma che per quanto riguardava il futuro solo il tempo avrebbe
potuto dirlo. Per il momento essi dovevano concentrarsi nel conseguimento
di uno spirito di unità nazionale tra la gioventù tedesca.(9)
Egli
chiese se a futuri Jamboree scout mondiali non sarebbe stato possibile
invitare un contingente della Hitler Jugend come ospiti. Noi rispondemmo
che mentre avremmo volentieri accolto chiunque volesse venire some semplice
spettatore (10), non avremmo potuto ammettere nessuno che non fosse
uno Scout riconosciuto a partecipare ai Jamboree scout o ad accamparsi
con gli Scout. Se avessimo ammesso un contingente del movimento giovanile
tedesco avremmo dovuto fare altrettanto con qualsiasi altro movimento
giovanile che lo richiedesse. Questo sarebbe stato impossibile e noi
siamo obbligati a limitare la partecipazione ai Jamboree scout unicamente
alle organizzazioni che accettino i principi scout nella loro interezza
e che siano riconosciute dall’Ufficio Internazionale dello scautismo
come membri del Movimento scout mondiale.
Durante il pomeriggio e la serata vari rappresentanti della stampa cercarono
senza successo di entrare in comunicazione con me. Verso le 20, peraltro,
un giornalista del Daily Telegraph riuscì a trovarmi al mio ufficio
in Down Street (11) e insistette per una dichiarazione
sul fatto se io avessi visto Herr Nabesberg e, in tal caso, quali fossero
stati i risultati dell’incontro. Ho ritenuto che sarebbe stato
un errore rifiutare di fare qualunque dichiarazione, in quanto avrebbe
indotto a pensare che avessimo qualcosa da nascondere ed avrebbe dato
l’impressione che fossimo impegnati in qualche negoziato segreto.
Mi ha confermato in questa convinzione il fatto che, secondo quanto
mi fu detto dal giornalista, egli aveva cercato di vedere Herr Nabesberg,
ma essi avevano rifiutato di vederlo o di fare qualunque dichiarazione.
Quindi detti al Daily Telegraph una breve dichiarazione in termini generali.”
(12)
Certo, Nabesberg
aveva dichiarato che una richiesta di affiliazione della Hitler Jugend
come membro tedesco dello scautismo era da escludere: e tuttavia la sua
richiesta di partecipazione ai Jamboree (una richiesta che, per esempio,
Mussolini non aveva mai avanzato per l’ONB o la GIL) indicava che
egli intendeva che la HJ rimanesse, per il Movimento scout, l’organizzazione
di riferimento in Germania. Occorre aggiungere che al passaggio da Parigi
Nabesberg aveva anche cercato di incontrare gli Scouts de France. Fu forse
perché nessuno di questi approcci dette alcun risultato che il
regime nazista decise di sciogliere anche il Reichschaft deutscher Pfadfinder
(26 maggio 1934).
Più tardi nel 1934 Hubert Martin, in relazione anche ad illazioni
della stampa tedesca, evidentemente suscitate o almeno autorizzate da
Nabesberg, sui rapporti tra Hitler Jugend e scautismo, ritenne opportuno
fare la seguente precisazione, dai termini insolitamente duri:
“Non
vi è alcun rapporto di alcun tipo tra l’Ufficio internazionale
o la Sede centrale inglese, da un lato, e la Hitler Jugend dall’altro.
È un fatto che all’inizio di quest’anno una delegazione
della HJ è venuta a Londra per esplorare eventuali contatti che
potessero essere posti in essere con il Movimento scout. Tuttavia trovammo
che non avevamo praticamente nulla in comune e il colloquio non produsse
alcun risultato. La dichiarazione pubblicata da alcuni giornali tedeschi
secondo la quale “un’intesa per un reciproco riconoscimento”
era stata concordata è del tutto falsa ed abbiamo pubblicato
una smentita ufficiale. Non vi è attualmente in Germania alcuna
associazione scout, perciò non vi è alcun rapporto né
da parte dell’Ufficio internazionale, né da parte della
Sede centrale inglese. In ogni caso in una questione come questa la
Sede centrale inglese si farebbe guidare dall’atteggiamento del
Comitato scout internazionale espresso tramite l’Ufficio internazionale.”
(13)
IL
DIBATTITO SUI CONTATTI CON LA HITLER JUGEND
NELLO SCAUTISMO INTERNAZIONALE E BRITANNICO
La visita
di Nabesberg ebbe comunque come effetto di porre alla Sede centrale dell’associazione
inglese il problema dell’atteggiamento da tenere nei confronti del
movimento giovanile nazista. Si dovevano tagliare i ponti e isolare la
Hitler Jugend in quanto organo di un Terzo Reich governato da una dittatura
aggressiva e impegnato in un massiccio e minaccioso sforzo di riarmo,
o non era invece il caso di mantenere aperto qualche canale di contatto,
soprattutto tra i giovani, favorendo gli scambi di visite come gesto di
apertura e di pace? Quale dei due atteggiamenti avrebbe meglio favorito
la nascita in Germania, in un futuro magari ancora lontano, di un’associazione
scout?
Si crearono ben presto due correnti di pensiero. Da un lato Hubert Martin,
l’Ufficio Internazionale ed il Comitato internazionale, fermi sulla
prima tendenza: isolare la Hitler Jugend. Dall’altro B.-P., in buona
compagnia, sostenuto com’era dal Capo Campo di Gilwell Park, John
S. Wilson, e, con qualche cautela di linguaggio, dal Vice Capo Scout e
Capo Scout designato Lord Somers, a favore della seconda tendenza: mantenere
i contatti. Lord Somers addirittura accolse un gruppo della HJ nella sua
tenuta di campagna nello Herefordshire. Sul versante delle Guide, erano
a favore dei contatti sia la Presidente del Comitato internazionale Rose
Kerr che la Direttrice dell’Ufficio mondiale Katharine Furse. La
Kerr, anzi, aveva visitato la Germania nel 1935 con un gruppo di Guide
e di Scolte, essendo accolta dal Bund Deutscher Mädel (equivalente
femminile della HJ) e rimanendo colpita, da un lato dai chiari segni di
antisemitismo, dall’altro dal calore dell’accoglienza. La
cosa migliore – concludeva la Kerr – era “che gruppi
di essi uscissero dal loro Paese per venire a vedere uno stato di cose
più normale”.(14)
Il dibattito continuò per vari anni, e – per smentire coloro
che ritengono che gli inglesi preferiscano l’understatement ed i
toni felpati – fu assai vivace. Va ricordato che durante gli anni
’30 la dirigenza scout inglese ebbe ad affrontare problemi piuttosto
gravi: gli effetti della Grande Depressione sul Movimento scout e il conseguente
calo degli effettivi, la grave malattia di B.-P. della prima metà
del 1934 (in cui si temette veramente per la sua vita), continui problemi
in Sud Africa (dove B.-P. arbitrò con molta fatica un compromesso
insoddisfacente tra i vari gruppi razziali) e in India (dove serpeggiavano
un crescente nazionalismo e insofferenza per il governo britannico); e
questi problemi furono affrontati dal Chief e da tutti i predetti personaggi
con la consueta concordia ed unità di azione. Ma non appena tornava
sul tavolo il problema dei rapporti con la Hitler Jugend, i due schieramenti
si riformavano come per incanto.
Così il 22 agosto 1935 Hubert Martin scrisse una lettera a B.-P.
per informarlo che:
“…il
Comitato internazionale è unanimemente del parere che non abbiamo
niente in comune con la Hitler Jugend e che qualunque contatto tra gli
Scout e la Hitler Jugend sia indesiderabile. Il Comitato Internazionale
ritiene che il fatto che, a dispetto di sforzi di ogni genere da parte
della Hitler Jugend, il Movimento scout in tutti i Paesi ha rifiutato
di allacciare legami di qualunque tipo con essa stia avendo gradualmente
effetto, e che questa politica sia più suscettibile di produrre
la formazione di un’associazione scout genuina in Germania che
non un annacquamento dei nostri principi.”(15)
Una corrispondenza
tra B.-P. e Lord Somers, nell’agosto del 1936, conferma invece l’accordo
dei due, sia pure con qualche sfumatura, sulla linea dei contatti con
la Hitler Jugend. Scrive B.-P.:
“Personalmente
penso che sia giunto il momento per noi di far prova di un atteggiamento
amichevole verso la Gioventù tedesca [la HJ]. Spetterebbe a noi
di prendere la guida in questo senso, ma il fatto è che invece
lo stanno facendo altri.”
Lord Somers
gli risponde:
“Mi
convinco sempre più che dovremmo avere qualche tipo di accordo
con la Hitler Jugend. Il solo inconveniente che vedo in essa è
l’atteggiamento tedesco verso la razza ebraica. C’è
stato e c’è, per quanto ne so, un grande e profondo risentimento
di un ampio settore del popolo britannico contro il trattamento fatto
da Hitler a questa gente, e credo che prima di far qualcosa di preciso
dovremmo chiarirci nella nostra mente quale sia davvero il nostro pensiero
su di questo. Personalmente non credo che dovremmo penalizzare la Gioventù
della Germania o renderla in qualsiasi modo responsabile dell’atteggiamento
di Hitler e dei suoi consiglieri verso la razza ebraica, ma sicuramente
vi sarebbero moltissime critiche contro un eventuale riconoscimento
ufficiale dato da noi alla Hitler Jugend; tuttavia, prima discutiamo
di questa cosa, meglio sarà.” (16)
Al successivo
Jamboree di Vogelenzang (agosto 1937) un gruppo di scouts tedeschi emigrati
cercò di negoziare con Wilson e col conte Teleki, capo degli scout
ungheresi, il riconoscimento di un’associazione tedesca in esilio,
che aveva gruppi in Francia, Belgio, Paesi Bassi e Gran Bretagna. Esisteva
un precedente, poiché l’Ufficio internazionale riconosceva
l’associazione russa in esilio. Wilson però, per non pregiudicare
la linea di B.-P. di contatti con la Hitler Jugend, rimase assai prudente,
e la cosa non ebbe seguito.
Dopo il Jamboree di Vogelensang si svolse all’Aja la Conferenza
internazionale, l’ultima a cui prese parte B.-P. Alla Conferenza
molti delegati espressero preoccupazioni per la sempre più aggressiva
politica della Germania in ogni campo. Vi fu chi – soprattutto la
Polonia e i Paesi baltici – addirittura criticò la linea
internazionalista del Fondatore dello scautismo: la fratellanza mondiale
(questo fu il ragionamento svolto in forma cauta, non dalla tribuna ma
nei corridoi), con lo spirito del Jamboree e così via, non finirà
per indebolire il patriottismo nazionale, e quindi la volontà di
resistere ad un’eventuale aggressione tedesca?
B.-P., che doveva parlare l’ultimo giorno, confidò a Wilson
che avrebbe pensato al suo discorso durante la open session (17).
Ma nessuno intervenne a tale sessione e B.-P. dovette parlare a braccio,
e pronunciò uno dei suoi discorsi più forti, che fu anche
il suo ultimo discorso pubblico:
“Per
quanto concerne la questione del patriottismo più ampio, non
c'è dubbio che questo ultimo Jamboree ha segnato un grosso passo
avanti nello sviluppo dell'amicizia internazionale tra i ragazzi.
Alcuni si sono chiesti se non stessimo andando troppo lontano in questa
direzione. Quali possano essere le conseguenze ecc. Vorrei ricordarvi,
a questo riguardo, che tutte le tappe della nostra storia sono state
contrassegnate da uno sviluppo spontaneo.
Quest'ansia dei ragazzi di incontrarsi tra di loro e l'assiduità
con cui mantengono viva poi la loro conoscenza per lettera sono sicuramente
segni che non dobbiamo, né possiamo, ignorare.
Mi è stata posta ogni tanto la domanda: "Il Jamboree è
una cosa buona per il ragazzo, o per il Movimento, o per il Paese, o
per i rapporti internazionali?". Ebbene, sono domande che vi chiederei
di porre a voi stessi. Personalmente ho le mie risposte, perché
prima di prendere qualsiasi decisione in materia di scautismo ho l'abitudine
di vedere la questione dal punto di vista del ragazzo.
Personalmente ritengo che siamo sulla giusta strada sia nello sviluppare
il carattere e il patriottismo dei singoli giovani in ciascun Paese,
sia anche nel promuovere in ogni modo possibile lo spirito di buona
volontà che trascura differenze di classe sociale, di credo religioso
o di nazionalità e tende a produrre l'unità e la pace
nella nazione e nel mondo.”(18)
La Conferenza,
peraltro, approvò la risoluzione 15/37 sul “patriottismo”,
cui B.-P. non si oppose:
“La
Conferenza decide di chiedere al Comitato internazionale di fare tutto
il possibile per assicurare che lo Scautismo e il Roverismo in tutti
i Paesi, pur promuovendo il vero patriottismo, vengano tenuti genuinamente
entro i limiti della cooperazione e amicizia internazionali, senza differenze
di religione e di razza, come sempre espresso dal Capo Scout. Pertanto,
ogni passo verso la militarizzazione dello Scautismo o l’introduzione
di scopi politici, che possono causare incomprensioni e quindi ostacolare
il nostro lavoro per la pace e la buona volontà tra le nazioni
e le persone devono essere del tutto evitati nel nostro programma.”
(19)
Il Comitato
internazionale, riunitosi subito dopo la Conferenza, diede seguito alla
risoluzione prendendo quattro decisioni che si riferivano direttamente
alla Hitler Jugend:
- associazioni non riconosciute dal Bureau internazionale non dovevano
essere invitate ad eventi scout nazionali o internazionali;
- la HJ non doveva essere invitata da associazioni scout a visitare i
rispettivi Paesi;
- se ragazzi della HJ avessero visitato un Paese come turisti, avrebbero
potuto essere aiutati dagli Scout, a condizione peraltro di non indossare
uniforme né distintivi;
- Scout in visita ad altri Paesi dovevano portare solo distintivi della
propria associazione.
In risposta
a queste decisioni, che contraddicevano apertamente la sua linea di mantenere
i contatti, B.-P. scrisse a Martin l’8 ottobre 1937 una lettera
un po’ risentita:
“Ad
onta di ciò che mi hai scritto circa le conclusioni del Comitato
internazionale, credo che sia venuta l’ora per noi, almeno nell’associazione
britannica, di fare qualcosa per fare amicizia con la Hitler Jugend.
A quel che sembra, Benneman è il loro “Ministro degli esteri”,
e in origine era uno Scout tedesco (a Pfadfinder Scout); è nell’ufficio
di Ribbentrop (20) e proprio ora sta seguendo un corso all’Università
di Londra. Per quanto riguarda l’ipotesi che lui e Ribbentrop
siano spie, non vedo quale importanza questo possa avere per noi, anche
se fosse vero. Né loro né la Hitler Jugend potrebbero
fare gran che per convertire i nostri ragazzi al nazismo. Faremmo una
figura un poco ridicola se ci mettessimo a emanare decreti contro la
fraternizzazione mentre i nostri ragazzi stanno mantenendo ed approfondendo
l’amicizia coi ragazzi tedeschi attraverso gli Scout, i viaggi
scolastici, i club di volo a vela, l’YMCA, i club di campeggio.
Sembra come se noi della Sede Centrale venissimo lasciati indietro,
invece di mostrare la via: e i nostri avvertimenti agli Scout non vengono
ascoltati.” (21)
In risposta,
poi, ad un’informazione di Martin che un certo Riecke, un dirigente
giovanile tedesco che intendeva formare un’autentica associazione
scout era stato inviato, per queste attività, in un campo di concentramento,
B.-P. lo avvertì che:
“l’uomo
che mi hai detto essere stato messo in prigione, Rieke [sic], ci è
stato messo non per le sue tendenze internazionali, ma per le sue tendenze
omosessuali!” .(22)
In relazione
a quanto B.-P. scrive a Martin, in effetti vi furono negli anni tra il
1934 e il 1937 alcune visite reciproche tra Scout e Hitler Jugend (in
particolare, un Reparto di Tamworth, nello Staffordshire, fu ospite di
un gruppo HJ di Amburgo, che poi restituì la visita), ma si trattò
sempre di eventi episodici, mai di scambi consistenti.
IL
TEA PARTY ALL’AMBASCIATA TEDESCA A LONDRA E I SUOI SEGUITI
Il 19 novembre
1937 B.-P. fu invitato dall’ambasciatore tedesco von Ribbentrop
a un tè all’ambasciata. Il suo biografo Hillcourt –
finora l’unico ad aver menzionato l’evento, sulla scorta di
un’annotazione di B.-P. nel suo diario – presenta l’invito
come un tentativo non riuscito da parte dell’ambasciatore di circuire
il vecchio Chief:
“Per
Baden-Powell fu come una ripetizione del suo incontro con Mussolini.
I due tedeschi raccontarono al loro ospite britannico del grande debito
che la Hitler Jugend doveva al suo lavoro pionieristico nel campo giovanile.
Come nel caso dei Balilla italiani, i capi della gioventù tedesca
avevano preso gli aspetti migliori dello scautismo e avevano adattato
il programma alle condizioni e presente mentalità tedesca. Non
c’era alcuna ragione al mondo, insistettero i tedeschi, perché
la Hitler Jugend tedesca e gli scout britannici non fossero grandissimi
amici. B.-P. uscì non convinto da questo incontro con von Ribbentrop
e von Schirach.”(23)
In realtà,
l’invito di von Ribbentrop corrispondeva in pieno alla politica
dei contatti di B.-P. e l’impressione di dubbio che si ricava dal
racconto di Hillcourt (derivante probabilmente da quello di Olave, che
peraltro non prese parte al tè) non appare fondata. B-P., a seguito
della visita, stese il seguente appunto per la Sede centrale:
“Il
19 novembre l’Ambasciatore tedesco ha invitato mia moglie e me
ad un tè. Poiché mia moglie era impossibilitata a partecipare,
venne Mrs. Mark Kerr in rappresentanza delle Guide.
All’Ambasciata fui presentato al Signor Benemann, che mi presentò
altresì ad Hartmann Lauterbacher, Capo di Stato Maggiore dei
Capi della Hitler Jugend. Si tratta di un giovane che non parla inglese
e che sta facendo una visita di qualche giorno in Inghilterra per condurre
una ricerca su varie associazioni giovanili. Ritornerà tra poco
per una visita più lunga, ed in tale occasione vorrebbe vedere
qualcosa del lavoro del Movimento scout. Sia lui che Benemann sono estremamente
desiderosi che gli Scout entrino in contatti più stretti col
movimento giovanile in Germania.
Ebbi poi una lunga conversazione con l’Ambasciatore che insistette
molto sul punto che una vera pace tra le due nazioni dipenderà
dal fatto che la gioventù sia allevata insieme in rapporti amichevoli,
dimenticando i trascorsi contrasti. Egli vede nel Movimento scout una
forza assai potente per contribuire a realizzare tutto ciò, se
riusciamo ad entrare in contatti più stretti con la Hitler Jugend
in Germania.
Per contribuire a questo suggerì che, se possibile, noi inviassimo
una o due persone ad incontrare i loro Capi in Germania e a discutere
la questione, e soprattutto vorrebbe che io andassi a incontrare Hitler
al mio ritorno dall’Africa.
Gli spiegai le difficoltà che abbiamo avuto con la stampa socialista
(24) quando i nostri ragazzi erano apparsi in uniforme a una manifestazione
fascista in Germania, e che questo aveva reso necessaria la proibizione
per i nostri ragazzi di andare in uniforme. Questo naturalmente li ha
scoraggiati dal visitare la Germania, in quanto erano abituati a recarsi
all’estero in uniforme. Ho aggiunto che tale embargo era stato
adesso revocato e che probabilmente un buon numero dei nostri giovani
avrebbe voluto recarsi in Germania durante la prossima stagione.
Ribbentrop mi è sembrato parlare molto seriamente: è un
uomo dalla conversazione piacevole, ha molte conoscenze in Inghilterra,
ed io avevo conosciuto in India suo zio che era il locale capo dell’Amministrazione
Forestale.
Gli ho detto che ero pienamente a favore di qualunque cosa che fosse
suscettibile di produrre una migliore comprensione tra i nostri due
Paesi e speravo di avere ulteriori conversazioni con lui al mio rientro
dall’Africa.
Accludo una lettera che potresti inviargli, se sei d’accordo.”
La lettera,
del 20 novembre, era del seguente tenore:
“Eccellenza,
desidero esprimerLe il mio grato ringraziamento per avermi ricevuto
ieri, dandomi l’occasione di incontrare il Signor Benemann e il
Signor Hartmann Lauterbacher.
Più specialmente sono grato per la cortese conversazione accordatami,
che mi ha aperto gli occhi circa il sentimento del Suo Paese verso la
Gran Bretagna, sentimento che ricambia esattamente quello che io provo
per la Germania.
Spero sinceramente che saremo in grado, nel prossimo futuro, di dare
espressione a tale sentimento attraverso la gioventù di entrambi
i Paesi. A tal fine mi consulterò subito con i responsabili della
Sede centrale e vedrò quali suggerimenti essi possano avanzare.
Partirò per l’Africa giovedì prossimo, ma in mia
assenza Lord Somers e il Signor Hubert Martin faranno le mie veci alla
Sede centrale degli Scout, per il caso che Vostra Eccellenza o il Signor
Benemann vogliano comunicare con la nostra Associazione.” (25)
Dai documenti
pubblicati si apprende di un colloquio di Lord Cranbourne, Sottosegretario
di Stato agli Affari Esteri, con Lord Somers (primi di dicembre 1937),
in cui il primo si pronunciò nettamente a sfavore di rapporti stretti
con la Hitler Jugend.
Nel suo appunto B.-P. non accenna al seguito che intendeva dare all’invito
a recarsi in Germania e a incontrare Hitler, forse perché sapeva
di non potergli dare seguito nell’immediato, ma più probabilmente
per cautela. Qualche giorno dopo il tè all’ambasciata egli
partì per un lungo soggiorno in Africa, da cui tornò –
piuttosto indebolito e malfermo in salute – alla fine di aprile
del 1938. Nel frattempo si era avuto l’Anschluss (marzo 1938): il
fiorente scautismo in Austria fu prontamente soppresso dai nazisti e molti
dei suoi responsabili inviati in campi di internamento. Le due associazioni
scout austriache – una cattolica, l’altra “aperta”
– erano ambedue tra quelle che avevano fondato la Conferenza internazionale,
ed avevano preso parte a tutti i successivi Jamboree.
Comunque, Anschluss a parte, le condizioni di salute di B.-P non gli consentivano
davvero di prendere in considerazione l’invito a recarsi in Germania.
B.-P., che aveva preso l’impegno di partecipare, come nelle estati
precedenti, ad una “crociera della pace”, salì nell’agosto
1938 a bordo della nave Orduna, ma non ebbe praticamente la forza di scendere
a terra in nessuno scalo, limitandosi a salutare dalla ringhiera della
nave gli scout e le guide radunati nei vari porti.
D’altra parte Hubert Martin insisteva sulla sua politica ostile
a qualsiasi riconoscimento della Hitler Jugend. Il 25 luglio 1938 scrisse
a Lady B.-P.:
“In
definitiva sono convinto – come lo è l’intero Comitato
internazionale – che qualsiasi indebolimento dei nostri principi
di base causato dall’ammissione di organismi che non li accettano
dividerebbe l’intero Movimento scout mondiale mandandolo in pezzi.
Personalmente preferirei affondare con la nostra bandiera inchiodata
all’albero: ma sono sicuro che non affonderemo! Stiamo crescendo
in effettivi ed in forza.” (26)
Dopo l’accordo
di Monaco – pur se B.-P. approvò sul momento la politica
di appeasement di Chamberlain – il tono dei sostenitori dei contatti
si fa più prudente. In una lettera dell’ottobre 1938 Lord
Somers dice:
“Non
voglio impegnare gli Scout in alcun approccio ufficiale verso la Germania
o l’Italia al momento attuale: soprattutto i tedeschi appaiono
continuare coi loro attacchi agli ebrei e ai cattolici, ed immagino
che sarebbe piuttosto difficile persuadere il Dr. Hertz (27) o l’Arcivescovo
Hindsley (28) che un approccio ufficiale sia una cosa saggia in questo
momento. Tuttavia andrò a vederli tutti e due per discutere la
questione. Basandoci sull’art. 4 della Legge scout, continueremo
ad incoraggiare singoli Reparti scout e ragazzi a fare altre visite
durante la stagione dei campi, e forse troverò l’accordo
di tutti per organizzare qualcosa su scala notevolmente più grande”.
In risposta,
B.-P., prima di lasciare definitivamente l’Inghilterra il 27 ottobre
1938 per stabilirsi in Africa, gli fece sapere:
“Sono
pienamente d’accordo sul tuo atteggiamento verso la Germania nel
senso di mantenere una posizione di attesa, finché la situazione
non si chiarisca.” (29)
La situazione
si chiarì pochi giorni dopo, ma nel senso opposto. La Kristallnacht
del 9 novembre 1938 (30) non mandò solo in pezzi le vetrine dei
negozi degli ebrei tedeschi, ma anche, e definitivamente, ogni politica
di contatti tra il Movimento scout e la Hitler Jugend.
Intanto le condizioni di salute di Martin, che aveva già avuto
in precedenza un attacco cardiaco, si erano aggravate. Con l’accordo
del Comitato internazionale egli decise di passare a Wilson una parte
dei suoi compiti (ottobre 1938). Martin morì nel novembre 1938
e B.-P., dall’Africa, scrisse di lui un commosso ricordo.
IL
SERVIZIO SEGRETO BRITANNICO E LA HITLER JUGEND
Dalle carte
dei Servizi Segreti inglesi emerge che Hubert Martin si incontrò
con essi e discusse il problema dei contatti con la Hitler Jugend. Un
appunto dei Servizi del 29 novembre 1937 dice:
[Il
Signor Martin] mi ha consegnato l’appunto di Baden-Powell [sul
tè all’Ambasciata tedesca]. Gli ho detto che le attività
di Benemann in relazione al circolo anglo-tedesco erano una piccola
parte di una propaganda tedesca su larga scala mirante a promuovere
l’amicizia anglo-tedesca. Gli ho detto che non ero in grado di
consigliarlo circa la politica che sarebbe auspicabile che il Movimento
scout seguisse verso questi approcci tedeschi. Ho concordato con lui
che si tratta di un problema importante che ritenevo che la dirigenza
del Movimento scout poteva voler discutere con qualche esponente del
Governo. La mia preoccupazione in questa materia era semplicemente di
ottenere informazioni su attività come quelle di Benemann, data
la loro connessione generale con la politica estera del Governo tedesco
e le loro connessioni a grandi linee con le attività della NSDAP
[il partito nazista] in questo Paese
Gli ho brevemente menzionato le altre organizzazioni che promuovono
lo stesso scopo, cioè la Anglo-German Fellowship, il Link, e
così via, e gli anche detto che eravamo molto interessati in
Otto Firsle, che stava sviluppando la HJ tra i giovani tedeschi qui
residenti, Martin mi ha detto che Lord Baden-Powell, durante la sua
assenza, ha affidato la gestione degli aspetti internazionali del Movimento
a lui stesso e a Lord Somers (quest’ultimo probabilmente succederà
a Baden-Powell come Capo Scout). Avrebbe quindi discusso la questione
con Lord Somers, e riteneva che sarebbe stato opportuno che Lord Somers
la trattasse con le istanze appropriate”. (31)
Probabilmente
questi rapporti di Martin coi Servizi non erano estranei al deciso atteggiamento
da lui assunto contro legami formali con la Hitler Jugend. Ciò
che dalle carte non risulta è se e come egli ne abbia tenuto informato
B.-P.
In ogni caso i Servizi inglesi presero molto seriamente le attività
“turistiche” dei giovani della Hitler Jugend – in particolare
dei gruppi ciclistici – che visitarono l’Inghilterra tra il
1937 e il 1938: gran parte dei documenti ora pubblicati si riferiscono
alla sorveglianza su questi gruppi. Già nel maggio 1937 il Daily
Mail pubblicò un articolo su queste “ciclospie”(32)
. Si diceva che le direttive della federazione cicloturistica tedesca
consigliassero ai giovani di “prender nota dei nomi dei luoghi,
dei fiumi, dei mari e delle montagne: forse un giorno potrete utilizzarli
a beneficio della patria ”(33). Questi gruppi – risulta dai
documenti ora pubblicati – vennero a lungo discretamente sorvegliati
dalla polizia inglese, ma senza che risultasse mai nulla di preciso (34).
B.-P.
E IL MEIN KAMPF
B.-P. tenne
per tutti gli anni della sua vita adulta un diario, contenente annotazioni
succinte sulle persone incontrate e le cose fatte. Per la data del 6 ottobre
1939 (era allora a Nyeri, in Kenya, e l’Impero britannico era in
guerra contro la Germania nazista e l’Italia fascista) scrisse:
“Costretto
a letto tutto il giorno. Letto Mein Kampf. Libro meraviglioso (wonderful),
con buone idee sull’educazione, salute fisica, propaganda, organizzazione
ecc.; ideali che lo stesso Hitler non mette in pratica.” (35)
Il diario
non era, naturalmente, destinato alla pubblicazione: altrimenti B.-P.
non avrebbe utilizzato l’aggettivo, indubbiamente infelice, di wonderful
(che peraltro ha anche il significato di “stupefacente”, “strabiliante”).
Ma B.-P. – come sottolinea benissimo il suo biografo non scout Tim
Jeal – in sostanza lodava quelli che, nel libro di Hitler, erano
dei prestiti dallo scautismo, in qualche caso apertamente ammessi dalla
propaganda nazista: e denunciava l’ipocrisia del nazismo, che non
metteva minimamente in pratica gl’ideali che proclamava. Nessuna
menzione e tanto meno approvazione, nel diario, di quelli che erano i
capisaldi dell’ideologia nazista, primo fra tutti il ruolo della
razza germanica come Herrenvolk, la razza dei signori destinata al dominio
del mondo.
IL
MANUALE SCHELLENBERG
Nell’estate
1940, dopo la sconfitta della Francia e l’occupazione di Parigi
e della costa atlantica, i nazisti si misero a preparare lo sbarco in
Gran Bretagna. A tal fine il generale delle SS Walter Schellenberg, uno
dei capi dei servizi segreti di Hitler, mise a punto uno straordinario
documento, l’Informationsheft Groß Britannien (“Manuale
di informazioni sulla Gran Bretagna”), con un allegato, Sonderfahndungsliste
Groß Britannien (“Lista speciale di ricercati per la Gran
Bretagna”).
L’Informationsheft Groß Britannien, stampato in 20.000 copie,
comprende una parte sul “Sistema educativo” con due sotto-sezioni:
le “public schools”(36) , e il “Movimento scout internazionale”.
Quest’ultimo è visto come organizzazione premilitare e spionistica
(caratteristiche che lo scautismo certo non aveva, e che invece non erano
estranee alla Hitler Jugend):
“Sebbene
le organizzazioni nazionali dello scautismo siano interamente dedicate
all’educazione premilitare della gioventù, il Movimento
scout è uno strumento di potere camuffato al servizio della politica
culturale britannica ed una eccellente fonte di informazioni per l’Intelligence
Service britannico. Lord Baden-Powell è stato agente segreto
contro la Germania nel corso dell’ultima guerra (37). Lo scioglimento
dell’associazione scout austriaca ha, tra l’altro, fornito
la prova dei legami tra il Movimento scout e i servizi segreti.”(38)
Per quanto
concerne i ricercati scout della “Lista speciale”, il nome
di spicco è naturalmente quello di B.-P., di cui i nazisti ignoravano
che si fosse ormai stabilito in Africa. Vi si trovano poi anche i responsabili
dell’Ufficio internazionale dello scautismo (compreso Hubert Martin,
deceduto da oltre un anno), ed inoltre gli esponenti tedeschi emigrati
che in occasione del jamboree di Vogelensang del 1937 avevano avuto contatti
con Wilson per l’organizzazione di un’associazione scout tedesca
in esilio e che assieme ad altri guidavano il Deutsche Jugendfront, Fronte
della gioventù tedesca (antinazista), con sede nei Paesi Bassi.
Si può immaginare quale sorte sarebbe stata riservata alle persone
nella lista, dato che il capo designato della polizia nazista per la Gran
Bretagna era il noto Franz Six .
Nel complesso, l’episodio da solo basta a far giustizia delle “simpatie
naziste” attribuite ad una persona che i nazisti si apprestavano
ad arrestare e a spedire in campo di concentramento.
CONCLUSIONE
Sia i documenti
che, a ben guardare, anche le loro azioni mostrano chiaramente che Baden-Powell
e i suoi collaboratori – Lord Somers, Wilson, la Furse e la Kerr
– non avevano alcuna simpatia per il nazismo ed erano totalmente
impervi alla sua ideologia ed ai suoi metodi. Soltanto, essi ritenevano
che forse i ragazzi potessero essere recuperati e che comunque ad essi
non dovessero addossarsi le colpe degli adulti. Per quanto riguarda più
propriamente la sfera politica, essi ritenevano – ed in questo non
erano affatto isolati – che la guerra potesse essere evitata seguendo
la politica di appeasement di Chamberlain. L’una e l’altra
convinzione peccavano, naturalmente, di ingenuità: per quanto riguarda
la prima, B.-P. sembra a tratti considerare la gioventù –
come del resto Maria Montessori considerava l’infanzia – come
una categoria a sé stante, una tabula rasa poco condizionata dalle
generazioni precedenti ed in grado, in una certa misura, di risollevare
(la Montessori diceva “redimere”) l’umanità.
Per quanto riguarda la seconda, non vi è dubbio che a B.-P. e ai
suoi, forse un po’ prigionieri dell’apoliticità del
Movimento, sfuggiva la dimensione della propaganda nazista, il suo dominio
sulle coscienze anche giovanili, la spregiudicatezza e la brutalità
del nazismo, il suo piano di dominio totale sull’Europa. Ma ciò
non significa affatto che in essi vi fosse un cedimento ideale, una abdicazione
agli ideali della libertà e della democrazia, una rinuncia a principi
come la formazione individuale del carattere o la volontarietà
del Movimento Scout.
Queste loro convinzioni – che ne facevano in potenza, e durante
la guerra anche in atto, dei fermi anti-nazisti – erano ben note
e non messe in discussione neppure da coloro che non erano d’accordo
sulla linea dei contatti con la Hitler Jugend. Non si spiega altrimenti
che, quasi in punto di morte, Martin, col pieno sostegno del Comitato
mondiale (ossia, tutti coloro che si erano fermamente opposti a tale linea),
raccomandasse, come proprio successore, proprio quel John “Skinner”
Wilson che in precedenza si era sempre mostrato aperto verso tali contatti.
E soprattutto non si spiega che, durante la guerra, lo stesso Wilson,
allora Direttore dell’Ufficio internazionale, pur tenendo ben distinti
i due ruoli, lavorasse anche per il “Special Operations Service”
(uno dei servizi segreti britannici), dirigendone la sezione “Scandinavia”,
destinata ad appoggiare i gruppi di resistenza in Norvegia e Danimarca.
Certamente il SOS non avrebbe mai affidato un incarico così delicato
a un personaggio che potesse essere anche lontanamente sospetto di simpatie
naziste.
Quest’ultima considerazione mostra, meglio di ogni altra, come il
contrasto tra le due tendenze sopra descritte non potesse in alcun modo
definirsi come un conflitto tra una linea anti-nazista e una pro-nazista,
ma solo una differente valutazione su come in concreto portare avanti,
in quel difficile momento storico, i principi e i valori ideali del Movimento
scout.
Mario
Sica
da Esperienze e Progetti
Note:
1)Archivio Scout Britannico (ASB).
2)Ibid.
3)W. Laqueur, Young Germany: A History of the German Youth Movement, London,
1967, 133-34, 156, 201, cit. in Jeal, 545.
4)Bozza di articolo in BSA Microfilms. Per l’attrazione esercitata
su B.-P. dai Balilla, cfr. M.Sica, Storia dello Scautismo in Italia, Roma,
2006 (4a ed.), pp.
5)Jamboree, ottobre 1936.
6)Discorso alla Conferenza Internazionale dell’Aja, ora in Taccuino,
pp. 281-284.
7)La visita fu uno dei risultati dell’incontro tra Baden-Powell
e Mussolini (marzo 1933).
8)Forse lo stesso Benemann nominato più oltre. L’organizzazione
era l’equivalente nazista dei Fasci italiani all’estero.
9)Questa argomentazione riecheggia quella di Mussolini a B.-P.: “[Mussolini]
era convinto che lo sviluppo di un intenso spirito nazionalista fosse
necessario per gl'italiani in un primo stadio, prima che essi potessero
prendere in esame i sentimenti delle altre nazioni. Tale secondo tempo
avrebbe potuto venire in un'altra generazione”. Cfr. Storia dello
scautismo in Italia, 4° ed., 2006, p.
10)Cioè in qualità di visitatore.
11)Hubert Martin era nella vita civile il capo dell’Ufficio Passaporti
presso lo Home Office (corrispondente al nostro Ministero dell’Interno).
12)In ASB.
13)In ASB.
14)Rapporto sulla visita, Katharine Furse Papers citati in T. Jeal, Baden-Powell,
p. 546.
15)Appunto di Martin a B.-P., Somers Papers, ASB.
16)La corrispondenza in ASB.
17)Sessione dedicata alle varie.
18)Discorso alla Conferenza Internazionale dell’Aja, ora in Taccuino,
pp. 281-284.
19)World Scout Bureau, World Conference Resolutions, alla data.
20)Joachim von Ribbentrop era allora l’ambasciatore tedesco a Londra.
Nel 1938 Hitler ne farà il proprio Ministro degli Esteri. Giudicato
colpevole a Norimberga di cospirazione e crimini contro la pace, atti
di aggressione, violazione della Convenzione di Ginevra e crimini contro
l’umanità, sarà giustiziato il 16 ottobre 1946. Benneman
era evidentemente un suo collaboratore all’Ambasciata.
21)Lettera a Martin, Somers Papers, ASB.
22)Idem, ibidem.
23)W. Hillcourt, with Olave Baden-Powell, Baden-Powell, The Two Lives
of a Hero, p. 380. Come vedremo subito, non era Baldur von Schirach che
era ospite di von Ribbentrop, ma Hartmann Lauterbacher.
24)Intendi: la stampa laburista.
25)Appunto e lettera non erano fin qui noti ad ASB e sono contenuti nel
materiale dei Servizi segreti desecretato.
26)In ASB.
27)Il Rabbino Capo.
28)Un Arcivescovo cattolico.
29)La corrispondenza in ASB.
30)Quella che vide un'ondata di aggressioni e di devastazioni, accuratamente
organizzata, alle case, negozi e sinagoghe degli ebrei in tutta la Germania.
31)Carte dei Servizi segreti inglesi desecretate. Pochi giorni dopo questo
appunto, come abbiamo visto, Lord Somers incontrò il Sottosegretario
agli Esteri Lord Cranbourne.
32)In inglese spyclists, contaminazione tra spy e cyclists. Un ritaglio
di stampa contenuto nei documenti del MI5 ora pubblicati, con una bella
foto di 20 ciclisti della HJ, è quello intitolato German Youth
Entertained at Spalding, pubblicato sulla “Lincolnshire, Barton
and Spalding Free Press”, 3 agosto 1937.
33)Consiglio curioso, visto che tali nomi sarebbero stati facilmente ricavabili
da qualunque carta topografica inglese: forse un’utilità
maggiore avrebbero avuto fotografie di ponti, stazioni ferroviarie e simili.
34)Un ulteriore appunto dei Servizi segreti ora pubblicato riassume così
in data 21 gennaio 1938 la visita di Lauterbacher in Inghilterra: “Lo
Stabsführer Lauterbacher, del Reichsjugendführung [Direzione
della Gioventù del Reich] ha visitato questo Paese nel novembre
1937. Scopo principale della sua visita è stato la promozione di
rapporti più stretti tra il Movimento scout e la Hitler Jugend
e a tal fine ha avuto un colloquio con Lord Baden-Powell. Ha visto anche
varie personalità, tra cui due membri del Board of Education e
il ten-col. T.H. Wand Totley, Comandante della Scuola di Educazione Fisica
dell’Esercito di Aldershot. Non è noto lo scopo esatto di
Lauterbacher nell’entrare in contatto con quest’ultimo, ma
presumibilmente lo ha fatto nel suo intento di stabilire contatti con
ogni genere di persone in questo Paese interessate nell’organizzazione
della gioventù, nella sua educazione e nella sua formazione fisica”.
35)Citato in T. Jeal, cit., p. 550.
36)Le public schools sono i noti collegi privati inglesi dove si formavano
le élites del paese; lo stesso B.-P. aveva studiato alla public
school di Charterhouse.
37)B.-P. stesso (cfr. La mia vita come un’avventura) smentisce questa
notizia, che il Governo inglese lasciò correre ad arte durante
la prima guerra mondiale. Stupisce che i nazisti ci credessero ancora
nel 1940.
38)Si ignora a che cosa il Manuale si riferisca. Non si può escludere
che, al momento dell’Anschluss, i nazisti siano venuti in possesso
di qualche documento attestante i legami delle disciolte associazioni
scout con i servizi segreti del Governo austriaco.
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