ESPRESSIONE
L'ARTE DI CONDURRE
UN FUOCO DI CAMPO

“… lo scautismo ha assimilato e fatta propria l’abitudine dei trappeurs che alla fine della giornata si radunavano intorno al fuoco per trascorrere la notte, mangiare, bere bevande calde e raccontare le loro idee, cantare, trarre esperienza dalle ore passate, ridere, onorare gli eventuali ospiti, improvvisare una danza, difendersi dai pericoli, unirsi in raccoglimento per la preghiera”.

Luciano Ferraris

SCEGLIERE IL LUOGO ADATTO

La buona riuscita di un fuoco di campo (o di bivacco) (1) dipende innanzitutto dalla scelta oculata del luogo dove svolgerlo. Nel corso del sopralluogo al terreno individuato per il campo estivo che capo Reparto e Alta squadriglia (o Capo reparto e Capisquadriglia, a secondo delle consuetudini dell’unità) effettueranno alcuni mesi prima per scegliere i luoghi dove collocare tende, cucine, tavoli, latrine e altro, si dovrà porre un’attenzione particolare nella scelta del posto adatto a ospitare un cerchio di ragazzi intorno al fuoco serale. Sarebbe bello poter trovare un luogo con il terreno degradante che richiami un poco l’anfiteatro del teatro greco o romano, ma è cosa assai rara. Si avrà cura comunque di scegliere un luogo asciutto, aperto, lontano ovviamente da piante che potrebbero essere facile esca per le faville del fuoco e da sorgenti sonore (strade, ferrovie, torrenti impetuosi, ecc.). Si tenga conto anche della direzione dei venti prevalenti per far sì che il fumo non dia fastidio ad attori e spettatori e che… la voce dei primi non sia portata via.

PREDISPORRE L’AREA

Nulla è più squallido di un terreno dove svolgere il fuoco di campo che si presenti spoglio, cioè privo di sedili e di scena. Nulla è più stancante e malsano che starsene seduti a lungo a terra, magari semplicemente su dei teli stesi alla bell’e meglio, cosa che, purtroppo, mi è capitato di vedere sempre più frequentemente in diversi contesti e occasioni.
Generalmente si è portati a pensare, basandosi su una tradizione consolidata, ma a mio avviso non corretta, che porre il fuoco al centro del cerchio dei partecipanti sia la soluzione migliore. Non è così. Il fuoco deve espletare una duplice funzione: trasmettere una sensazione di calore, non solo fisica, agli spettatori-attori e illuminare bene la scena. La soluzione del fuoco centrale è più adatta a dei fuochi di bivacco e con un numero di partecipanti contenuto. La mia esperienza mi porta a dire che la soluzione migliore consiste nel collocare il fuoco ad un’estremità del cerchio, la scena a quella opposta, così:

Il fuoco collocato al centro impedisce a chi sosta in cerchio di vedere al di là delle fiamme e non consente di godere bene quanto si svolgerà sulla scena. Quest’ultima potrà essere illuminata ancora meglio con degli accorgimenti assai semplici, facilmente costruibili dai ragazzi su indicazione dei capi, ad esempio utilizzando una serie di grandi barattoli di conserva tagliati longitudinalmente, come nel disegno.

Sul retro di ogni barattolo verrà collocato un manico di scopa o un ramo, fissato con un paio di viti. Il ramo, smussato all’estremità superiore, dovrà sporgere di alcuni centimetri per poterlo conficcare più agevolmente nel terreno. Una candela fungerà da fonte di illuminazione. Ho sperimentato più volte felicemente questa soluzione, ricavandone una luce ampiamente sufficiente a illuminare la scena e che ha il vantaggio di risultare più “morbida” e pastosa di quella delle torce elettriche.
Attorno all’area del fuoco di campo si collocano generalmente come sedili delle grosse pietre; soluzione sbrigativa che può andare bene in mancanza di meglio, ma… un sedile di pietra è freddo e starcisi seduti a lungo non è confortevole. Si opti allora per dei sedili di legno. Una soluzione che non richiede molto materiale, facile da costruire, da me sperimentata con successo e alla portata dell’abilità manuale degli adolescenti, può essere questa:
Tre stanghe d’abete (o di altra essenza purché dritte e non nodose) ripulite della corteccia, poste parallelamente sul terreno e legate tra loro, vengono contenute da due o tre alti picchetti sul retro su cui si legherà (con legature quadrate) un’altra stanga, o ancor meglio una tavola, fissata con dei cavicchi, come schienale. Altri due picchetti posti sul davanti delle stanghe ne impediscono lo scivolamento in avanti. E’ un sedile confortevole che mantiene all’asciutto. Una serie di questi sedili può essere collocata attorno all’area del cerchio facendo acquistare alla stessa un aspetto accogliente.
CREARE LA SCENA

Gli attori agiranno esclusivamente nell’area della scena, avendo cura – non lo si raccomanderà mai abbastanza! – di mostrare il volto al pubblico.
Per dare maggior risalto agli attori può essere vantaggioso collocare dietro alla zona della scena un telo scuro che funga da fondale, sostenuto da un paio di pali picchettati ai lati:

L’area retrostante al telo si presta vantaggiosamente per favorire gli attori che devono indossare i costumi o cambiarli, evitando così di creare quei disordini tipici di certi fuochi di campo in cui il materiale più diverso viene appoggiato qua e là…
Il fondale scuro può essere sostituito da un telo bianco (delle lenzuola cucite tra loro) se si desidera realizzare uno spettacolo di ombre cinesi. In tal caso ci si assicuri di avere sul retro una forte fonte di illuminazione stabile, come una lampada a gas, che consenta agli spettatori di percepire le sagome con i contorni ben netti. Il luogo prescelto per accendere il fuoco dovrà essere delimitato da pietre che impediscano alla brace di espandersi sul terreno. Delle riserve di legna mantenuta asciutta e pretagliata a misura (2), accatastate dalla squadriglia di servizio, dovranno garantire l’alimentazione costante del fuoco.

INIZIA LO SPETTACOLO!


Mi è capitato di recente, ahimé! di essere partecipe di una situazione che lascio giudicare ai lettori. Il fuoco di campo era di una certa importanza, per una circostanza particolare. Non ho creduto ai miei occhi quando ho prima sentito, poi visto arrivare nell’area del fuoco, a passo di corsa, delle squadriglie chiassose che, una volta sistematesi, hanno…poderosamente eseguito i rispettivi gridi di squadriglia! Per inciso, uno dei capi presenti avrebbe voluto chiamare i ragazzi al fuoco con… il fischietto, sostenendo che nella sua unità si era soliti fare così! Qualcosa mi si è aggrovigliato dentro…
Il momento del fuoco di campo è un momento magico per gli effetti suggestivi che può generare e per quelli educativi, di rilevante spessore, che può offrire ai ragazzi. 3) Impersonare una parte consente ai ragazzi di acquisire maggiore fiducia in sé, di diventare più aperti e comunicativi superando inibizioni e paure; abitua a diventare più padroni della propria voce, a governare i gesti, a dosare il comportamento. Creatività e fantasia trovano nel fuoco di campo un terreno ideale per espandersi consentendo di ampliare il pensiero divergente.
I ragazzi dovranno raggiungere l’area del fuoco in silenzio, meglio se privi di fonti di illuminazione (gli occhi si abituano in breve al buio della notte e sanno dove farci mettere i piedi!); può casomai essere utile un semplice lume a petrolio o a gas per squadriglia che verrà spento una volta raggiunta l’area del fuoco.
Vi è un canto suggestivo che può essere eseguito anche a canoni dai capi, adatto come richiamo al fuoco di bivacco. Lo ricordo a memoria, avendolo appreso quand’ero ragazzo.
Per proporlo ai lettori, dato che non esistono, che io sappia, le note musicali corrispondenti, ho pregato un amico musicista di scriverne lo spartito. E’ stato un momento divertente per me: ho cantato più volte davanti a lui e ne sono uscite queste note:
O voi che al campo state, venite tutti qua
Presso la chiara fiamma che ci riscalderà


Il fuoco inizierà in un’atmosfera raccolta, silenziosa. Su questo aspetto non si transiga. Con il progressivo divampare delle fiamme il clima si riscalderà. Nel predisporre una scaletta di svolgimento del fuoco di campo, indispensabile per evitare di affidarne i contenuti al caso o all’improvvisazione, i capi abbiano cura di considerare che vi è una “curva” che dovrebbe caratterizzare l’andamento della serata. I canti, le danze e le scenette più travolgenti, vivaci, dovranno essere collocati nella parte centrale della serata, preceduti da un incedere lento, progressivo. Raggiunto l’acme, l’intensità dovrà scendere pian piano, lasciando spazio a contenuti più tranquilli, raccolti, preludio alla fase finale.
Non mi soffermo sui contenuti specifici della serata, che tradizionalmente potrebbe prevedere un’alternanza di brevi rappresentazioni teatrali (4), bans, danze e canti.
Un animatore, particolarmente preparato nel settore, non necessariamente il Capo Campo, condurrà il fuoco di campo per tutta la sua durata, che non dovrebbe superare più di tre quarti d’ora, un’ora. Conclusa la parte dei canti, della recitazione, dei bans, mentre il fuoco perderà gradualmente vigore fin quasi a spegnersi, ecco il momento del raccoglimento, delle riflessioni, del silenzio, della preghiera. Dare significato a tale momento sarà compito del capo campo. Un riferimento all’attività della giornata sarà utile, così come un richiamo – in chiave positiva – ai valori che caratterizzano il metodo (Legge e Promessa).Ci si sforzi di essere semplici nel parlare ai ragazzi, mai banali, senza scendere di tono.
Il canto conclusivo – nella tradizione dello scautismo cattolico “Signor, tra le tende schierati” – sarà di per sé un invito a rientrare, in silenzio, nelle tende. E’ consuetudine in alcune unità che dopo il fuoco di campo il Capo Campo e i suoi collaboratori si intrattengano con i Capisquadriglia intorno alle ultime braci per un Consiglio Capi. Può andar bene, ma è meglio farlo saltuariamente e a condizione che i ragazzi non perdano ore preziose di sonno. Forse il Consiglio Capi giornaliero per sondare l’andamento della giornata è preferibile collocarlo poco prima della cena, quando cuoco e fuochista sono all’opera e i Capisquadriglia più disponibili.
In buona sostanza, il fuoco di campo è sì un momento di partecipazione, di gioia, di condivisione, di riflessione e preghiera per i ragazzi. Per i capi è, tra i tanti strumenti che il metodo pone loro a disposizione, uno tra i più preziosi.
Lucio Costantini
da Esperienze e Progetti

Note
:

1) Generalmente in ambito scout si indica il fuoco serale con il termine generico di “fuoco di bivacco”; in realtà esso indica l’incontro serale attorno al fuoco in cui si svolgono delle “chiacchierate” da parte dei capi, si canta e si discute su temi prefissati. Più solenne invece è il fuoco di campo, che si svolge con una tenuta appropriata, magari in linea con il tema serale proposto e in cui l’attività espressiva gioca un ruolo predominante.
2) E’ molto fastidioso sentire spezzare la legna mentre si svolge il programma attorno al fuoco; proprio per questo motivo essa andrà predisposta in modo da garantire un’accensione rapida e sicura e il mantenimento di fiamma vivida per tutta la durata del fuoco; l’intensità andrà ridotta poco prima che il fuoco di bivacco si concluda. Le parole di chiusura pronunciate dall’animatore o dal capo campo dovrebbero poter contare su un fuoco armai smorzato, quasi spento.
3) Se chi mi legge ha più di… trent’anni, sono sicuro che riandando con la mente (e con l’animo) alle sue esperienze di scautismo, saprà rievocare per prima, tra tante cose, l’atmosfera dei fuochi serali, quando un altro giorno moriva e ci si sentiva quasi un tutt’uno con i fratelli e con la natura silenziosa del bosco circostante.
4) Nel contesto scout si usa abitualmente il termine “scenette”. E’ utile informare per tempo i ragazzi che al fuoco serale vi saranno delle scenette, indicandone con chiarezza il tema, dato che spesso è la mancanza di tempo per predisporre i testi adatti e per provare le parti che riduce le scenette a… “scemette”, per la loro brevità e insulsaggine. Chiedete di più ai vostri ragazzi, dimostrando loro fiducia e state sicuri che i risultati non tarderanno a venire!



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