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UN
IGNOTO SCOUT DE FRANCE |
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10
Agosto 1944, Vercors |
“Capitano
sembra che uno dei nostri sia stato ucciso, qualche giorno fa, dalle parti
di Sapine. E’ ancora nel bosco, dei paesani l’hanno visto…” Verso le otto di sera lasciamo il bosco fitto, nostro rifugio, per dirigerci verso la casa forestale di Sapine… Da lontano scorgiamo una sagoma al suolo, al bordo di una piccola radura, antica piazzola di una carbonaia. Mi avvicino e subito una indicibile emozione mi colpisce: il vestito kaki è sbottonato e sul maglione blu del morto s’intravede il distintivo scout. In silenzio, noi lo guardiamo a lungo: è disteso a terra sul dorso, la testa un po’ inclinata, un braccio ripiegato sul cuore e l’altro steso in croce, del sangue seccato macchia la sua camicia sul collo e sulle spalle, è biondo e dimostra si e no diciott’anni. Sparsi attorno a lui una coperta, un berretto, un asciugamano, un sapone…tutto ciò che possedeva. Nelle sue tasche né una carta, né una moneta, né un documento d’identità, solo un fazzoletto marcato con le iniziali H.L. O gloriosa povertà del mio sconosciuto fratello scout! Piazzo un uomo di guardia, poiché i tedeschi sono dappertutto e sbucano fuori quando meno uno se li aspetta. Al centro della radura due partigiani cominciano a scavare il terreno. Unisco due asticelle in croce e vi scrivo sopra con una matita rossa: |
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Avvolgiamo
il corpo del nostro camerata nella sua coperta e lo deponiamo nella tomba. Estraendo allora il mio messale dalla tasca, spiego ai cinque partigiani che mi accompagnano: “ Il nostro camerata era scout cattolico. Dirò ora le preghiere della Chiesa perché certamente ciò era suo desiderio”. Faccio presentare le armi. Manteniamo il silenzio per alcuni minuti, mentre la notte dolcemente invade la foresta. |
Nel pubblicare il brano su un numero dell'Esploratore gli venne affiancato questo commento di Enrico Dalmastri (uno dei fondatori del Centro Studi Baden-Powell): |
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