Estate
1907. Isola di Brownsea, Dorset, Gran Bretagna.
Un
cinquantenne ufficiale di Sua Maestà Britannica, eccentrico e originale,
riunisce una ventina di ragazzi di diverse classi sociali proponendo loro
alcuni giorni di vita in comune a diretto contatto con la natura.
Quell’ufficiale non è propriamente uno sconosciuto, perlomeno
per il pubblico britannico, anche se ha voluto tentare quell’esperimento
educativo tenendone all’oscuro la stampa. Al termine della guerra
anglo-boera, infatti, è stato acclamato a gran voce eroe nazionale
per la sua strenua difesa nella sperduta località di Mafeking,
in Sud Africa.
In quelle calde giornate estive, senza averne forse piena consapevolezza,
Robert Stephenson Smith Baden-Powell — questo per esteso il nome
e il cognome dell’ufficiale, creato poi Lord per i suoi meriti pedagogici
— pone le basi per quello che diventerà in breve il più
esteso movimento giovanile del mondo e, nel contempo, per un originale
metodo educativo, lo scautismo.
Quei venti ragazzi, su quella minuscola isola, vissero un’esperienza
memorabile, merito delle qualità del loro capo » che seppe
far rivivere in loro le sue molteplici avventure vissute in India e in
Africa; merito anche dei contenuti spiccatamente educativi delle svariate
attività, caratterizzate da una marcata componente ludica.
Nel 1908 il testo di Baden-Powell, Scouting for boys, raccoglieva la sintesi
di quell’esperienza e costituiva la prima solida traccia per gli
anni a venire, Il movimento giovanile scout - e in esso un metodo educativo
duttile, contrassegnato da un netto attivismo e in costante evoluzione
— si diffusero rapidamente al di fuori della Gran Bretagna.
Il movimento scout ha lo scopo di contribuire allo sviluppo dei giovani
aiutandoli a realizzare pienamente le loro potenzialità tisiche,
intellettuali, sociali e spirituali, in quanto persone, in quanto cittadini
responsabili e in quanto membri delle comunità locali, nazionali
e internazionali.
Nell’ambito dello scautismo molta enfasi è posta nel lavoro
in piccoli gruppi
autogestiti dai ragazzi stessi, affiancati da educatori qualificati; nella
vita a contatto con a natura; nel lavoro manuale; nello spirito di solidarietà
e condivisione.
Attualmente il movimento scout conta quasi ventotto milioni di aderenti
in tutto il mondo libero.
Dopo i primi timidi esperimenti di scautismo in Italia negli anni Dieci,
il movimento acquistò vigore — sostenuto anche dalle autorità,
in primo luogo dai regnanti — ad opera soprattutto del CNGEI, Corpo
Nazionale Giovani Esploratori Italiani, associazione laica fondata nel
1912 ed eretta in Ente Morale nel 1918, e dellASCI, Associazione Scautistica
Cattolica Italiana, fondata nel 1916.
Lo scautismo prese a diffondersi in diverse città e anche in centri
minori e attecchì anche a Fiume, in Istria e in Dalmazia.
La mia ricerca, ancora incompleta, mi ha consentito di appurare che lo
scautismo del CNGEI, l’associazione laica, fu presente — molto
probabilmente fino allo scioglimento ordinato dal regime nel 1927 —
nelle seguentì località: Fiume, Volosca-Abbazia, Pola, Parenzo,
Capodistria, Isola d’lstria, Pinguente, Sebenico e Zara.
Una prima notizia della presenza dello scautismo nelle terre redente la
si desume dal Bollettino Ufficiale del CNGEI nel 1918: « Ferve il
lavoro per organizzare le Sezioni a Gorizia, Pola, Capodistria, Parenzo
e in altre città istriane ».
il 7 aprile 1919 viene fondata la sezione del CNGEI di Sebenico. Così
la cronaca ripresa dal periodico Sii preparato!, organo ufficiale del
CNGEI: « Il 7 aprile a Sebenico, mentre al teatro Mazzoleni si dava
Romanticismo, nell’intervallo comparvero sul palcoscenico i Giovani
Esploratori della nuova sezione. Fu una indescrivibile dimostrazione di
entusiasmo che salì ancora pià alta quando i giovani cantarono
gli inni della Patria ».
La presenza delgi scouts laici a Zara è attestata dal 1921, ma
lo scautismo vi venne fondato certamente prima. Così la cronaca
di un’escursione effettuata dai ragazzi il 13 maggio di quell’anno:
« il 13 maggio, con un tempo splendido, il reparto di Zara, dopo
un certo periodo di inoperosità, riprese le escursioni avendo quale
meta il boschetto di Babindub, a 9 km. dalla città.
La marcia procedeva allegra e, primadi giungere al bosco si fece un alt
per fare cucina, non volendo accendere fuochi nel bosco. Poi, raggiunta
l’ombra dei pini, si innalzò la bandiera e si diede corso
al nutrito programma di attività ». Della presenza dello
scautismo a Zara ho avuto conferma dal gentilissimo signor Luigi Villini,
esule a Roma, che ricorda di aver fatto parte per un breve periodo degli
scouts zaratini.
Più avanti, siamo sempre nel 1921, sempre sul periodico citato,
Sii preparato! si può leggere che la sezione degli scouts di Zara
ha posto le tende a 26 km. dalla città in località Possedaria,
rimanendo al campo per Otto giorni .
La consegna delle bandiere alle sezioni degli scouts del Corpo Nazionale
di Fiume è così ricordata dal periodico citato nel 1922:
« (...) Nella piazza principale, presenti Autorità e pubblico
foltissimo, gli Esploratori tiumani erano disposti in quadrato, fraternamente
uniti alle rappresentanze G.E.I. (di Trieste e Vicenza, n.d.A.). Era il
20 settembre, festa nazionale, e solennemente furono consegnate alla sezione
le bandiere offerte dai Vicentini. Diversi oratori si alternarono per
celebrare l’evento. Poi, davanti alle bandiere e su queste promisero
i giovani che entravano, in quella solenne giornata, nelle file del movimento
mondiale degli Esploratori ».
Intensa si fa l’attività dei giovani scouts della sezione
del CNGEI di Pola nel 1923: « La sezione svolge intensa attività,
sia nelle sedi che all’aperto. Dal dicembre al febbraio le riunioni
sono state una ventina; (...) le uscite hanno portato i reparti a Stignano
e Lisignano il 24 dicembre (1922, n.d.A.); a Fasana il 26 dicembre; a
Dignano il 21 gennaio; a Veruda il 6 gennaio; a Sicchici il 7 gennaio;
a Vincurale a Bagnole il 14 gennaio; a Pomer il 21 gennaio; a Vitran il
28 gennaio, al bosco Siana l’il febbraio; a Monte Paradiso il 18
febbraio, ecc.
Una preparazione fatta con tanto entusiasmo o rivolta al traguardo della
prossima consegna delle bandiere, che mette in tutti una gran voglia di
ben figurare » (Sii preparato!, n. 5-6, 1923).
Il giorno delle « promesse », pronunciate dagli scouts del
CNGEI più giovani secondo lo stile solenne di allora, che a noi
oggi appare inevitabilmente enfatico, la stampa periodica di quell’associazione
cita tra le autorità presenti il « comandante Casano, animatore
e Presidente della Sezione » polesana.
La Sezione del Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani di Volosca-Abbazia
viene definita dalla stampa associativa « ... una delle meglio organizzate
»con dei reparti fiorentissimi ». Capo del reparto era il
maestro Ottorino Visentini.
lI 26 dicembre 1923 viene inaugurata la sezione del CNGEI di Isola d’istria,
presenti rappresentanze di scouts triestini guidati dal loro Commissario,
Risegari.
Dirigente della sezione era il signor Moscolin.
Si sa della presenza degli scouts anche a Pinguente. La cronaca di quei
giorni riporta infatti che la sezione degli scouts del CNGEÌ di
quella località partecipò alla Il Mostra del Libro del Giovane,
organizzata a Trieste dalla sezione scout locale in accordo con l’editore
Cappelli. Era il 1925. Fondatore degli scouts a Pinguente fu nel 1922,
il signor Egidio Scala, che per i suoi meriti in campo educativo ricevette
il 18 aprile dalla sede centrale del Corpo Nazionale Giovani Esploratori
Italiani la Medaglia al Merito.
E’ presumibile che accanto ai gruppi giovanili del Corpo Nazionale
fossero presenti in Istria, a Fiume e in Dalmazia dei gruppi dell’ASCI,
Associazione Scautistica Cattolica Italiana che si appoggiavano generalmente
alle parrocchie, ma al momento non dispongo di dati al riguardo.
L’avvento del regime fascista comportò nel 1927 la soppressione
dello scautismo, sacrificato per garantire la sopravvivenza dell’Azione
Cattolica. Si dovette attendere la fine del secondo conflitto mondiale
per vedere rifiorire nell’italia repubblicana il movimento scout,
laico e cattolico. Purtroppo Fiume, l’Istria e la Dalmazia subirono
— è superfluo ricordarlo su queste pagine — la tristissima
pulizia etnica che diede il via all’esodo. Il regime liberticida
che si stabilì su quelle terre non consentì la sopravvivenza
dello scautismo, perlomeno non di quello ufficialmente riconosciuto dagli
organismi mondiali del movimento. Agli scouts si preferirono le organizzazioni
di partito che però nulla avevano di che spartire con un metodo
educativo che per la sua intrinseca natura era essenzialmente libero e
liberale.
Offro ai lettori questo sintetico spaccato di una realtà che indubbiamente
interessò e coinvolse i giovani di allora e fece presa su di loro
per le sue valenze educative. Lo faccio anche per chiedere a chi sia interessato
a questo minuscolo frammento di storia di darmi una mano. Per completare
questa ricerca centrata su un periodo felice in cui per i Fiumani, gli
Istriani e Dalmati la parola esilio era semplicemente sconosciuta, sarebbe
interessante poter risalire ai ricordi degli esuli più anziani
e, attraverso di essi, a nomi di persone, a fatti ed episodi, piccoli
o grandi.
Lo scautismo, come abbiamo potuto constatare, fu una presenza certo non
effimera in diverse località care alla nostra memoria storica —
chi scrive è figlio di friulani esuli da Buie — eppure è
una pagina di storia poco o punto esplorata.
i lettori interessati, aiutandomi, aiuteranno loro stessi aggiungendo
un altro tassello al vasto, variegato e sempre affascinante mosaico della
loro storia patria.
Lucio
Costantini
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