Ritratti di personaggi dello Scautismo
IDA GONELLA
“Guarda che gonnellata!” Così Baden postillava un’auto incidentata: il verbo “gonnellare” l’aveva coniato per l’imperizia di Ida Gonnella nella guida automobilistica ed era di uso comune in parrocchia.
La loro conoscenza risaliva agli anni dell’Università Cattolica dove Baden era Assistente della FUCI. Poi, diventato parroco, la scelse subito, fra i suoi 40.000 parrocchiani, come segretaria ed animatrice del neo Gruppo Laureati Cattolici. lI contagio ghettiano per lo scoltismo fu una conseguenza. Iniziato come auriga ‘secolare’ per le Guide MT, passò alla scelta di diventare Scolta malgrado avesse già superato la quarantina. La cerimonia della Promessa si svolse nell’Abbazia di Viboldone, presso le suore benedettine di clausura e, durante la recita della formula, una parte del rosone, spinto dal forte temporale, cadde all’interno della chiesa con un gran fracasso. Ciò non impedì che Ida assumesse in seguito l’incarico di responsabile del Fuoco MT. Questo servizio, scelto con convinzione, la portò a difendere il concetto di don Gnocchi ed attuare uno Scautismo specifico per handiccapati, dotato di un ambiente adatto e con una sua specifica pedagogia, già sperimentata da Enzo Poltini per i ragazzi, al fine di sviluppare il loro potenziale, evitando di aggravare la loro minorazione inserendoli in Unità normali. Aderire poi ai Foulards Bianchi fu per Ida uno strascico logico.
Professoressa, stimata e dotata di una notevole cultura classica, indi vice preside nei più quotati licei milanesi, ebbe un numero impressionante di allievi, ma anche a casa accoglieva i ‘ritardati scolastici’ figli di amici, indigenti, genitori Scout. Spesso articolista su L’italia, Avvenire, Il Segno, RS Servire commentò i problemi dell’educazione nella scuola e gli avvenimenti parrocchiali. Per due volte rifondò lo Scoltismo al Suffragio prima e dopo la nascita dell’AGESCI per la quale, profondamente contraria ed in contrapposizione, partecipò attivamente alla nascita del Centro Studi ed Esperienze Scout Baden Powell. L’aggravarsi e la perdita prima del padre e poi della madre, non le impedirono di curarli amorevolmente e contemporaneamente donarsi agli altri, con una generosità indirizzata soprattutto verso i giovani dei quali sentiva l’esigenza di una testimonianza cristiana chiara e precisa. Rimasta sola aprì la sua casa non solo per le riunioni Scout, ma anche per festeggiare avvenimenti e ricorrenze dei fratelli conosciuti per via. Dove trovasse la forza ed il tempo per preparare sempre qualcosa di gustoso per i suoi commensali, nonostante i molteplici impegni, resta ancora inspiegabile.

L’ultima volta che vide Baden, poche ore prima di partire per il fatale Campo di Clan, Ida, spinta dal profondo della sua sensibilità, si permise di sconsigliarne la partecipazione vedendolo stanco e sofferente, ma Baden le rispose “Ogni educazione implica il convivere ed il condividere”.

La morte di Baden incise profondamente: perdeva un grande amico ed una guida, ma si attivò affinché il suo pensiero potesse essere divulgato. Così fu tra i soci fondatori dell’Ente Mons. Ghetti e continuò la sua collaborazione a fianco del fratello Vittorio Ghetti. Sempre spinta da grande disponibilità aderì al nascente Ordo Virginum della Diocesi di Milano. Malgrado l’età e la debolezza, sempre crescente, accettò il bizzarro, per una donna, e non leggero peso di insegnare latino e greco ai seminaristi diocesani di Venegono. Infine la malattia. Questa iniziale lesione che le impediva di ricordare e riconoscere si è fatta sempre più insistente fino alla morte avvenuta il 24 giugno scorso.

Ragazzi quella fu una vera donna e che donna!

Sebbene dotata di una cultura ed un’intelligenza non comune, non ha disdegnato alla sua età di dormire per terra dando esempio di semplicità, di disponibilità e di fede ad una nutrita schiera di ragazze, ragazzi, seminaristi, suore e preti! Al funerale il Vescovo Ausiliare mons. Manganini ha sottolineato il suo Spirito Scout, che traluceva nella sua azione e capacità di contemplazione, mentre un suo ex scolaro, seminarista divenuto sacerdote, a nome degli altri sette presenti ha ricordato la figura dell’insegnante maestra di vita che li seguì con uno spirito materno. L’unico suo necrologio, comparso su Avvenire, era affiancato da due articoli che avevano per tema gli handicappati.

È forse un segno della Provvidenza per ricordare agli Scout che fine hanno fatto le Unità MT?

Vittorio Cagnoni
(da Esperienze e Progetti nr 148)