"Non abbiate
paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere
l'anima". Il martire nostro patrono non ha avuto paura di essere
ucciso nel corpo, ben sapendo che suprema disgrazia della persona non
è la morte fisica, ma la morte spirituale.
Egli, come ogni martire, trovò la forza interiore nella certezza
che chi si affida al Signore, non può perdersi. Se infatti neanche
un solo passero cade a terra "senza che il Padre ... lo voglia",
quanto più sarà sotto la protezione di Dio colui che in
Lui si rifugia. Dunque, il nostro patrono colla sua testimonianza ci
ricorda che il più grande male non è il perdere la vita
ma "per amore della vita fisica, perdere le ragioni del vivere",
che la nostra forza consiste nella protezione che Dio dona ai suoi eletti.
Proponendolo oggi alla nostra venerazione, la Chiesa dichiara vero il
modo di giudicare seguito da S. Giorgio. "Riconoscere Cristo davanti
agli uomini" implica obbligatoriamente il rispetto dei suoi comandamenti,
anche nelle circostanze più gravi, e il rifiuto di tradirli,
anche con l'intenzione di salvare la propria vita. Ed in questo sta
il valore perenne della testimonianza del martire: non solo per la comunità
cristiana, ma anche per la comunità civile.
Se infatti i nostri padri hanno voluto porre la nostra città
(Ferrara, ndr) sotto la protezione
di S. Giorgio, sotto la protezione di un martire, è perché
egli ha continuamente qualcosa da ricordarci. Il fatto che la memoria
storica della nostra città sia radicata nella testimonianza di
un martire, ci richiama all'esigenza di fondare la nostra convivenza
nel significato che ha il martirio cristiano.
Quale precisamente?
- Nel fatto che il martire accetti di morire piuttosto che tradire la
propria coscienza, risplende l'intangibilità della dignità
personale dell'uomo. E' una dignità che a nessuno è consentito
di svilire, di deturpare, di contrastare, sia pure per supposte buone
finalità, qualunque siano le difficoltà. E' in questo
senso che risuonano severe le parole di Cristo: "non abbiate paura...".
Il martirio è quindi una luminosa esaltazione della perfetta
umanità e della vera vita della persona. Proviamo a chiederci
allora tutti, oggi, facendo memoria del nostro martire: nella nostra
città risplende una luminosa esaltazione della dignità
dell'uomo?
O non vediamo piuttosto preoccupanti deturpazioni della medesima?
Penso al pur sempre alto numero di aborti che vengono compiuti; penso
alle persistenti difficoltà di trovare lavoro da parte di molti
giovani; penso alle conseguenti gravi difficoltà in cui versano
tante famiglie penso ai persistenti e spesso gravi disagi in cui si
trovano le persone ammalate, specialmente se povere.
- Nel fatto che il martire accetti di morire piuttosto che tradire la
propria coscienza, risplende chiaramente la distinzione netta fra ciò
che è bene e ciò che è male. La memoria del nostro
martire offre quindi un contributo di straordinario valore, perché
nella nostra città non si precipiti nella confusione più
grave che possa affliggere l'uomo: la confusione fra bene e male, che
rende impossibile costruire una vera comunità umana. In un'epoca
in cui si esalta come una conquista civile, il più radicale relativismo
morale, il martire ci ricorda le parole sempre attuali del profeta:
"Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano
le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce
e il dolce in amaro" (Is. 5,20). La vera sentinella che vigila
sulla dignità di ogni uomo è la certezza che esistono
norme morali intangibili.
- Nel fatto che il martire accetti di morire piuttosto che tradire la
propria coscienza, risplende chiaramente la vera libertà dell'uomo:
ed in se stessa e di fronte ai potenti di questo mondo. Colla sua testimonianza
infatti, il martire testimonia che esistono confini altre i quali nessun
potere di questo mondo può spingersi. In questo modo afferma
che la vera libertà dell'uomo consiste nella sottomissione dell'uomo
alla verità e che il vero pericolo che insidia la nostra democrazia
è la sua alleanza col relativismo morale. "Una democrazia
senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure
subdolo, come dimostra la storia" (Giovanni Paolo II, Centesimus
annus 46). La trasparenza nella pubblica amministrazione, l'uso giusto
ed onesto del denaro pubblico, il rispetto del pubblico ufficiale al
cittadino, il rifiuto di ogni mezzo equivoco od illecito per conquistare
o mantenere il potere, non trovano nessun fondamento solido se non nella
certezza che esistono legge morali intangibili e che non è libertà
il non riconoscerle, ma schiavitù.
Siamo capaci di educare i nostri giovani a vedere lo splendore della
libertà vera? O non li abbiamo introdotti nel deserto del nostro
annoiato permissivismo, a volte con equivoche iniziative pedagogiche?
La memoria del martire nostro patrono sia custode vigile della grandezza,
della bellezza della nostra città : perché non sia dilapidata!
Vigili colla sua protezione sui nostri bimbi, perché sappiamo
preparare loro una città sempre più abitabile.
La forza della sua testimonianza ricordi ai nostri giovani la grandezza
e le esigenze della vera libertà.
la memoria del suo martirio custodisca chi governa la nostra comunità
nel vero servizio al bene comune.
La sua preghiera ottenga a tutti noi di vivere giorni sereni e tranquilli,
in dignità e sicurezza.