IL SAN GIORGIO STORICO

 

Di San Giorgio mancano esatti dati biografici, pur se di lui si conoscono i nomi dei genitori: Geronzio persiano e Policronia cappadoce, che lo educarono cristianamente fino al suo ingresso nel servizio militare.

E’ certo che egli, essendosi proclamato cristiano, fu martirizzato sotto Daciano imperatore persiano o, secondo alcuni traduttori, dal Diocleziano imperatore romano. L’epoca è indicata da alcuni nel 284, ma comunque va collocata intorno al 300.

Una epigrafe greca del 368 ad Eacaccaea di Batanea parla di una chiesa dedicata al Santo martire qualche decennio dopo la sua morte. A Lydda, l’antka Diospoli, in Palestina, era venerato il suo sepolcro, ne) luogo in cui fu martirizzato. La basilica fu incendiata durante l’invasione musulmana e poi ricostruita nel 1089 dai Crociati, I resti archeologici sono ancora visibili. Delle vicende del martire Giorgio parlano anche Antonino da Piacenza (nel 570) e Adamnano (nel 670).
Molti miracoli sono stati attribuiti a S. Giorgio ed anche la famosa leggenda del drago, che ebbe grande notorietà a partire dal 1300 a seguito della pubblicazione della cosiddetta « leggenda aurea » di Giacomo da Varazze. La grande diffusione del culto di S.Giorgio è comprovata dalle nuerose chiese a lui dedicate in Oriente ed in Occidente.
Anche i Musulmani lo hanno dichiarato profeta , riprendendo l’intera leggenda del drago.

A Roma, Belisario nel 527 affidò a S. Giorgio la protezione della porta S. Sebastiano. E al Martire cavaliere S. Giorgio, insieme al Martire soldato S. Sebastiano, fu dedicata la chiesa del Velabro, come può vedersi nella calotta dell’abside di questa basilica, edificata in un luogo di eccezionale simbolicità per Roma, perché qui sarebbero stati raccolti dalle acque del fiume Romolo e Remo.

La carenza di esatti dati biografici ha provocato nella Congregazione dei Riti delle difficoltà per l’inserimento liturgico di S. Giorgio. Peraltro la festa non fu soppressa, ma soltanto collocata in un grado ridotto.

L’esistenza del Martire San Giorgio ècomunque ritenuta assolutamente certa e non risulta quindi affatto menomato il suo riconoscimento come Patrono dello Scautismo mondiale, proclamato con la lettera apostolica dell’11 febbraio 1957.


(Testo di Armando Denti, su notizie ricavate da una pubblicazione di Mons. Dante Balboni della biblioteca vaticana, edita dall’università lateranense nel 1965).
da Esperienze e Progetti 105/95


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