INTERVISTA
A EDUARDO MISSONI |
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La
nostra prima grande curiosità è capire quale sia la percezione
dell'enorme realtà delle associazioni indipendenti da parte dello
Scautismo - diciamo così - canonico. Ci si rende conto che ci siamo?
Credo che la percezione a livello globale dello Scautismo indipendente sia quella d'un fenomeno relativamente marginale. Se i numeri delle Organizzazioni principali sono nell'ordine di trenta milioni e rimane fuori qualche centinaio di migliaia di scaut, la questione è ininfluente e si ritiene che non ci sia – ma è discutibile - nemmeno una necessità di affrontarla finché non si raggiungono dimensioni significative. Potremmo citare la situazione indiana, dove un'intera e numerosa associazione è fuoriuscita dal WOSM per entrare in WFIS? Sì,
ma è un fenomeno prettamente nazionale, come l'altro fenomeno di
dimensione non indifferente - circoscritto comunque ad alcuni Stati europei
– quello degli Scout d'Europa. Più
in piccolo, ma secondo modalità che potrebbero applicarsi alla
realtà italiana, è stato il fenomeno ticinese. In altri casi ciò appare molto più difficile, perché l'idea di federazione è radicata nella storia e nella forma mentis di quelle associazioni. Vale
la pena ricordare, inoltre, che già B.-P. aveva ammesso l’esistenza
di più associazioni scaut nel medesimo paese e la coesistenza di
associazioni laiche ed altre confessionali, come nel caso della Francia.
Il moltiplicarsi
di associazioni confessionali e comunque diverse rappresenta per me un
fallimento dell' idea di universalità propria dello Scautismo.
L’esistenza delle Federazioni ha anche prodotto il paradosso del voto disgiunto tra componenti diverse della medesima delegazione nazionale alla Conferenza Scaut Mondiale. Quello fu infatti con molta probabilità un escamotage per ridurre la conflittualità al momento del voto all’interno delle delegazioni nazionali di realtà federate. Infatti la Costituzione del WOSM prevede sei delegati per realtà nazionale, tutti dotati di diritto di voto, anche disgiunto. Anche se, forse, questo sistema nasceva per tutelare il diritto di espressione delle associazioni minoritarie delle federazioni. E' un
meccanismo utilizzato anche in altre organizzazioni internazionali. Per
esempio nell’ILO , dove per ogni delegazione nazionale è
previsto il voto disgiunto delle tre componenti (governativa, imprenditoriale
e sindacale) cosí che se necessario i sindacati votano con i sindacati
e gli imprenditori con gli imprenditori nella difesa di interessi diversi,
una logica che evidentemente appare quantomeno strana se applicata in
una organizzazione di fratelli e sorelle. L'impressione potrebbe essere quella di un'Organizzazione mondiale per nulla addentro alle realtà nazionali, quasi estranea e indifferente ad esse. Sì, potrebbe... ma dobbiamo capire che il WOSM è l'organizzazione del Movimento Scaut non “l’Organizzazione Scout” ed è nella natura del Movimento la diversità delle opzioni, naturalmente nei limiti dei comuni riferimenti ideali e metodologici (che invece l’Organizzazione Mondiale dovrebbe garantire) Pur affermando l’unità del Movimento tra i suoi obiettivi, gli organi globali non hanno voce in capitolo per quanto riguarda le politiche delle singole associazioni nazionali. Salvo la decisione di ammettere una nuova associazione o votarne l’espulsione nei casi in cui ritenga che quelle si siano discostate dai criteri stabiliti per l’ammissione, tra i quali l’aderenza agli obiettivi, i principi e al metodo scaut, come stabiliti nella costituzione. Storicamente quel tipo di interventi sono stati realizzati solo in casi estremi, nella prassi più comune le risoluzioni del WOSM hanno il valore di raccomandazioni che spetta alle realtà nazionali mettere in atto. Potrei
citare come esempio il caso dello scontro tra i Boy Scouts of America
(BSA) – l’associazione scaut degli Stati Uniti d’America
- e gli scaut svedesi della Svenska Scoutrådet, quando, anni fa,
venne fuori il problema degli omosessuali nello Scautismo. Questo
"principio di non intervento" è comune a quasi tutte
le realtà multilaterali, dove nella maggior parte dei casi sono
eccezionali i meccanismi di enforcement e si privilegia il principio di
non interferenza negli affari interni. Ovviamente, se si dovesse intervenire
puntualmente sull'interpretazione dello Scautismo nei diversi Paesi, ci
sarebbe una gran mole di lavoro da fare. Lavoro che in linea teorica è
previsto dalla Costituzione del WOSM, la quale prevede ad esempio la notificazione
da parte delle organizzazioni nazionali di ogni modifica dei fondamentali,
come il testo della Promessa o della Legge - che sono parte integrante
dei criteri di ammissione al WOSM e su cui il comitato costituzionale
possa effettuare un controllo richiedendo eventualmente la revisione,
affinché tutti i contenuti siano conformi ai principi generali
disposti. Non mi risulta che tali modifiche siano sempre state regolarmente
notificate e sottoposte al vaglio del WOSM, soprattutto da parte di associazioni
maggiori, nei confronti delle quali il WOSM sembra avere sempre un certo
timore a richiedere il rispetto delle regole. |
Scautismo e guidismo
sono il risultato di una separazione storica che in base a documenti
e resoconti aneddotici non corrispondeva all’iniziale proposta
di B.-P. Oggi nulla dovrebbe
impedire di valorizzare l’unitarietà del movimento scaut
mondiale, salvaguardando le necessarie diversità attraverso eventuali
modalità federative a livello delle strutture nazionali. La verità è che il percorso di unificazione è reso impossibile dalla posizione assunta negli USA da BSA e GSA (Girls Scout of America) che "non si pigliano tra di loro": gli uni sono decisamente conservatori e seguono - per dirne una - politiche discriminatorie nei confronti del mondo omosessuale, le altre, al contrario, hanno una posizione molto più aperta e progressista, su quello e molti altri temi. Entrambe riportano quella tensione a livello mondiale, ostacolando processi di avvicinamento che vadano al di là della consultazione. Tornando alla WAGGGS, è importante riconoscerne il ruolo di promozione e difesa della gender equality e dei diritti delle donne soprattutto in Paesi dove la società ha ancora un impianto fortemente maschilista, e dove le ragazze non potrebbero fare alcuna attività coi ragazzi, e trovandosi nella medesima organizzazione sarebero ridotte ad una posizione di subordine e servizio. Aspetti questi di cui anche una Organizazione mondiale unificata dovrebbe tener conto a livello nazionale. Volendo riconoscere
questo ruolo alla WAGGGS, molte associazioni per lo più europee,
ma non solo, pur essendo ormai organizzazioni miste di guide e scaut
scelgono di mantenere separata l’iscrizione dei due sessi ed iscrivono
i ragazzi al WOSM e le ragazze al WAGGGS, e sono perciò identificate
come SAGNO . A proposito del tema delle posizioni scaut nei confronti degli omosessuali, possiamo ricordare il caso del tesseramento alle GSA di Bobby Montoya, un bimbo di 7 anni dichiaratemene transgender. Non lo so, però non mi sorprenderebbe, perché le GSA hanno sempre avuto una visione diversa del mondo rispetto ai BSA. Attualmente ricopri ancora un ruolo all'interno del Movimento Scout? Non ho relazioni con l’Organizzazione Mondiale. Sono socio onorario dell'Associazione Guide e Scout del Cile, una tessera che ha un valore particolare per essermi stata offerta dopo aver lasciato l’incarico. In cuor mio avrei desiderato che una delle associazioni italiane mi avesse offerto un riconoscimento simile, invece di evitare per quanto possibile ogni riferimento alla mia persona per quieto vivere. Non ho un rapporto attivo con le organizzazioni scout, ma mi sono sempre reso disponibile ad aiutare e a partecipare ai processi di crescita, di confronto, di riflessione, quando mi è stato chiesto, come hanno fatto le organizzazioni scout spagnole, quella cilena e realtà regionali e locali qui in Italia. Purtroppo, in Italia non ho mai ricevuto alcun invito da parte di associazioni nazionali riconosciute. Non faccio differenze se è un gruppo, un clan o un reparto che chiede il mio aiuto. Purtroppo, non avrei il tempo di coinvolgermi come capo educatore, poiché faccio già abbastanza educazione a livello universitario, dove peraltro con i miei studenti adotto una dinamica molto scaut, cercando di stabilire un rapporto di fratello maggiore, piuttosto che di professore. Abbiamo creato anche dei momenti d’incontro e confronto molto aperti, che non mi sembra siano la regola, come invece a mio parere dovrebbe essere, in ambiente universitario. Gli studenti, anche quando condividono l’esperienza scaut, hanno molta difficoltà a riconoscerti come fratello maggiore in ambiente universitario. Dedico molto tempo invece a un progetto chiamato Indaba-Network, nato proprio in risposta alla crisi del WOSM. Nel 2008, dopo essere stato costretto a lasciare l’incarico di Segretario Generale dello Scautismo mondiale, con Dominique Bénard, che per altro è stato mio vice nel WOSM e altri che ci vollero accompagnare avviammo una riflessione sulle esigenze dei giovani e su quale potesse essere il nostro contributo a partire da quanto avevamo imparato dall’esperienza precedente. Decidemmo che non
avremmo potuto abbandonare l'ideale che avevamo cercato di portare avanti
all'interno dello Scautismo: un movimento di giovani impegnati sul piano
sociale, nella difesa dei diritti, nella costruzione della pace, per
il superamento dei conflitti, per la realizzazione della giustizia sociale
e la difesa dell’ambiente. Con questi obiettivi lanciammo dunque indaba-network. Oggi una rete di poco più di quattrocento persone, distribuite però su diverse decine di paesi. Lavoriamo parallelamente in tre lingue (francese, inglese e spagnolo) cui stiamo per aggiungere l'italiano. Che genere di strumenti state adoperando per raggiungere i vostri obiettivi? Come dicevo l’idea
è quella di un movimento glocale . Sosteniamo in modo particolare
il lavoro di piccoli gruppi di giovani impegnati o che vogliano attivarsi
nelle loro realtà locali. È evidente il debito col metodo
scaut. Poniamo ad esempio che un gruppo di ragazzi si interessi in modo particolare alla promozione dell’ambiente in Sardegna, prefiggendosi l'obiettivo di proteggere una zona specifica dall’erosione. Il supporto di Indaba-network può avvenire su più livelli. • Il primo è l’offerta passiva di conoscenze già strutturate sotto forma di manualetti, schede e altri supporti tecnici, che produciamo in anticipo sulla domanda e mettiamo disposizione gratuitamente. • Il secondo livello, più interattivo, è la risposta specifica alle richieste di assistenza che ci pervengano dai gruppi. A tal fine mobilitiamo la nostra rete di conoscenze e esperti che si coinvolgono come volontari per dare delle risposte a distanza e fare coaching. Questo è un aspetto molto complesso da gestire. Dominique, che dedica una gran parte del suo tempo a indaba-network si attiva per capire meglio i progetti e scegliere coloro che siano più idonei a seguirli. Uno spazio è interamente dedicato alla rete sociale. Quello è anche la vetrina dei progetti locali di modo da facilitare lo scambio di conoscenze e strumenti in rete. Poi c’è uno spazio informativo e di riflessione, un blog, che pubblica post che discute di volta in volta di argomenti di ordine globale, ma sempre ricercando le possibilità di risposta e coinvolgimento a livello locale... Un Network Etico, dunque. Esattamente ciò
che ci prefiggiamo: un network dedicato alla trasformazione sociale
e all'impegno etico, aderendo al quale si dichiara di credere in un
insieme di valori enunciati nel nostro manifesto. Nessuno evidentemente
può controllare l’effettiva osservanza, ma crediamo nell’etica
della responsabilità sociale di ognuno. La maggiore problematica
incontrata è dovuta alla precarietà della comunicazione
con molti dei ragazzi del nostro target: ragazzi di paesi più
poveri, quasi sempre sprovvisti di Internet. Un’altra è
quella di non aver ancora raggiunto una massa critica che ci consenta
di raccogliere i fondi necessari. Ma ci stiamo attrezzando anche valorizzando
le potenzialità della rete. Ti stai avvalendo dell'aiuto di tuoi studenti? Sì, alcuni
ragazzi stanno collaborando proprio allo sviluppo del capitolo italiano.
Abbiamo stabilito un rapporto di partenariato con un'iniziativa sociale
della Bocconi (CERGASOCIALE) che consente agli studenti di partecipare
al progetto indaba-network come parte di una internship curriculare. Non ritenete problematico gestire un sito quadrilingue? Le pagine sono abbastanza
equilibrate nei contenuti, perché i volontari traducono in autonomia.
Per quanto riguarda i materiali tecnici preferiamo tradurre su richiesta.
E' una grande sfida riuscire a farlo secondo un approccio open-source
e wiki e non basandoci sull'investimento di capitali, come fanno quasi
tutte le associazioni che se lo possono permettere. Noi pensiamo alla
raccolta e all’uso dei fondi soprattutto per il sostegno alle
iniziative locali. Purtroppo, in molti casi l’assistenza tecnica
senza quella finanziaria necessaria agli investimenti locali non è
sufficiente. Questo rappresenta un altro ostacolo considerevole, limitando
per il momento il numero di progetti effettivamente assistiti... Per esempio un gruppo di ragazzi africani privi d'accesso a biblioteche e ad internet hanno pensato ad un progetto di "internet cafè-biblioteca" che possa servire anche come un accesso alla formazione nella comunità. E’ evidente che il progetto ha bisogno anche di sostegno economico almeno per gli investimenti iniziali. Anche per assicurare un’assistenza costante per seguire i progetti e collegare in rete gli esperti volontari, avremo prima o poi bisogno di risorse economiche. Ma siamo convinti che l’approccio wiki ed una grande rete di volontari debba rimanere la colonna portante di indaba-network. Per cui, più siamo meglio è. Ciò è molto interessante per noi, perché obiettivamente la nostra esperienza raider trova dei punti di coincidenza, nel senso che l'idea del raiderismo è proprio quella di collocare giovani volontari alle soglie del mondo del lavoro. In questo siamo
molto simili. Certo, ci sono volontari che il lavoro ce l'hanno già
e per loro è più la proiezione sociale a mancare, ma ce
ne sono altri che devono trovarne uno che sia soddisfacente anche sul
piano etico.
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Eduardo
Missoni è un medico ed educatore italiano, attivo in numerose iniziative
sociali. È stato segretario generale dell'Organizzazione Mondiale
del Movimento Scout dal 1º aprile 2004 al 30 novembre 2007. E&P
si è diffusamente occupato del suo allontanamento dalla carica
su iniziativa dell’associazione scout statunitense. |
da
Esperienze e Progetti nr 196 |