RACCONTI AL FUOCO DI BIVACCO

LA SIGNORA DEL BOSCO DI PERTICARA

 

Il fatto che vi sto per raccontare, è accaduto veramente. E' accaduto a me, e io ne sono testimone, ed era in hike con me il mio amico e fratello di clan Mattia, Okapi Deciso. Io sono Samuele, e come è vero che il mio Totem è Ornitorinco Impetuoso, tutto questo è successo in una primavera lontana del secolo scorso.
Poi è diventato una storia da raccontare al fuoco di bivacco.



Eravamo partiti per scendere dalla cima del Monte Pincio, a quaranta chilometri da Rimini, dentro la Valmarecchia, sopra la vecchia miniera di zolfo di Perticara, ed arrivare alla piccola chiesetta di Madonna Piè di Monte. Avevamo presto iniziato a discendere lungo il sentiero, ripido quanto lo possono essere i nostri Appennini. Era caldo, una giornata primaverile di quelle che ti mostrano come sarà l'Estate. Il nostro sentiero si snodava lungo il bosco che come un abbraccio cinge il monte Perticara ed il monte Pincio, e trova il limite, seguito da campi incolti e non, poco dopo la Cappellina che dovevamo raggiungere. Terminata la parte in discesa, ci rimaneva solo un oretta di cammino fino alla piccola Pieve.

Fu lì che la incontrammo.

Era una signora di età indefinibile, poteva avere 30 come 60 anni, ed era vestita in maniera assolutamente anonima. Si avvicinò con aria del tutto naturale, e con la naturalezza che mostra il padrone di casa con un gradito ospite ci rivolse la parola. Si presentò: disse di chiamarsi Silvana, ci tenne a far notare che il suo nome aveva la stessa radice latina che significa "Bosco, selva", come quel bosco che ci raccontò di amare tanto.
Ci parlò degli abitanti di quella parte di valle, l'Alta Valmarecchia, che per anni se ne erano andati in giro per l'Italia, a cercare fortuna, ma che ogni tanto, presi dalla nostalgia, tornavano a far visita. Intanto camminavamo, e lei, che aveva un piccolo mazzo di fiori in mano, ogni tanto si fermava a raccogliere un fiore da terra, un rametto da un albero, per arricchire quello che già possedeva. Lo faceva con estrema dolcezza, tanto che, stupiti, ci guardammo pensando la stessa cosa: ne sembrava la regina.
Lungo il cammino, mi chiese di raccontarle qualcosa, e venimmo non so come a parlare di un libro, "Il piccolo principe", che avevo letto da poco.
Disse di non conoscerlo, e mi chiese con tanta insistenza di raccontarglielo che fui costretto a cedere. Iniziai, e man mano che andavo avanti era sempre più tesa.
Intanto il mazzo di fiori era cresciuto sempre più.
Arrivai al termine del mio racconto quando eravamo ormai giunti dinanzi alla cappellina: le raccontai di come il Piccolo Principe, per tornare a casa sua, fu costretto a farsi mordere da un serpente velenoso … "Non capisci? -disse il Piccolo Principe- non posso portarmi dietro il mio
corpo, e` troppo pesante..." appena dissi queste parole, lei si fermò, ad occhi chiusi.

La rivedo ancora, come fosse qui davanti a me. Il mazzo le scivolò dalle mani e cadde a terra. Tesa, ferma, pareva avere raccolto su di sé tutto il dolore delle mie parole. Rimase così forse un minuto, poi, inaspettata, raccolse i fiori da terra, e corse sulla scalinata della chiesina. Qui iniziò a tracciare strani segni sulla pietra, e si dondolava, e saliva, ed in ginocchio ed ora in piedi, come in uno strano rito. Baciò il crocifisso, vi lasciò i fiori.
Fece ancora strani segni per terra, ci guardò sorridendo come per salutarci, corse via e sparì. Non dico che se ne ando`, dico che sparì, scomparve. Per essere precisi prese il sentiero, e dopo pochi attimi, nonostante noi l'avessimo inseguita per cercare di capire chi o cosa lei fosse, non ci fu più.

Era difficile che si fosse nascosta, perché la cercammo e l'avremmo trovata, e pure sul sentiero non c'era più. Noi discutemmo a lungo riguardo quanto era successo, e ci ricordammo che, parlando del suo nome, ci aveva detto, sorridendo, che Silvana "significa Abitatrice delle Selve". Io penso che lei fosse la Signora di quel Bosco, che da tempo immemore si stende nella nostra valle, e che noi la incontrammo mentre andava a fare omaggio al suo Signore, il Signore del Cielo e della Terra.

Ancora oggi, quando mando a Perticara i ragazzi del mio Reparto per un'uscita, non manco mai di raccontar loro quanto mi è successo, aggiungendo di salutarmela, se dovesse loro capitare di vederla.
La devono trattare bene, perché è lei che protegge chi ama il suo bosco e loro oramai sanno che se incontrano una strana Signora, che chiede loro di raccontarle una favola, si tratta di Silvana, la Signora del Bosco di Perticara.

Se dovesse capitare anche a voi di vederla, siate buoni, raccontatele una favola...le piacciono tanto.

Samuele Zerbini
da Esperienze e Progetti nr 169




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