Lo Scautismo è
anche un linguaggio speciale, un gergo. Gergo nel suo senso etimologico
originario, poetico di “linguaggio degli uccelli” (in francese
antico jargon), proprio dei bipedi alati, le orme o péste dei
cui... piedi teneri hanno offerto da tempo immemorabile, in campo orientale,
l’idea - l’ideografia - della scrittura…
Gergo o gioco linguistico. Quello in cui “si gioca” - si
rappresenta (in francese rappresentare si dice jouer: verbo della stessa
radice della... gioia: il sentimento della realtà, secondo Simone
Weil, e la somma - e il sommo - dei valori dello spirito cavalleresco,
di cui lo scautismo è la moderna giocosa e gioconda incarnazione,
espressione anche dello spirito o civiltà dell’homo ludens
rinascimentale) - si gioca - rappresenta il senso di un’appartenenza,
di un’identità o presenza. Un mondo vivo, un ambito di
realtà. O meglio, in modo più attivo e creativo, un ambiente;
un ambiente prospettico, in altre parole un’ambientazione. Ecco
trovato il primo termine, il principio, l’incipit del nostro viaggio
dentro e dietro il mondo scout, mediante il suo linguaggio gergale nel
senso sopraindi-cato, dunque anche come… caccia (caccia magica,
come è del resto, secondo la definizione del grande poeta francese
Paul Valery, la poesia). Linguaggio pure come strumentario dell’azione
(nella fattispecie: esplorazione) o “come cassetta degli attrezzi”
secondo la metafora dello scopritore della teoria dei giochi linguistici,
Ludwig Wittgenstein: per intervenire in quello spazio dell’agire
comunicativo proprio degli esseri umani...
Un viaggio o giro in ventidue tappe o stazioni, come le lettere del
nostro alfabeto. Un piccolo, minimo Dizionario, una specie di Sillabario
e Sistema periodico insieme, in miniatura, apprestato allo scopo di
determinare, di fissa-re un poco (pur nel suo carattere mobile…)
il gergo tecnico - iniziatico dei “piedi teneri”: i passi
cioè di un cam-mino esplorativo, del conoscersi e riconoscersi
nello spazio o ambito di un mondo di valori e significati condivisi,
frutto di una cognizione e ricognizione continua di un territorio reale
e ideale, corrispondente alla stessa realtà. o altrimenti detto,
fenomenologicamente, “il mondo della vita”: che ha molti
termini per definirsi e nessun termine per...finire, essendo la sua
ricerca e avventura, la sua quête, senza fine... Così come
è infinita la rappresenta-zione fantastica del mondo, della realtà
dello scout, che dà luogo a quell’ambientazione, che forma
la prima pa-rola della nostra serie.
Una parola che ad un piede tenero può parere trascurabile, secondaria,
ed è invece propedeutica, preliminare a quel viaggio (di cui
è anche la meta - essendo del resto la meta dappertutto, in ogni
punto del viaggio o della strada o route, secondo lo spirito realistico
sapienziale, scientifico mistico, a suo modo “assolutamente moder-no”,
della filosofia della vita scout), rappresentando come lo sfondo, oltre
che il prospetto - il proscenio - del tea-tro dell’attività
scout: la sua architettura fantastica, la sua scenografia interiore.
Un teatro - tenda mobile, sempre in fieri, in formazione o gestazione
continua, e a soggetto: ognuno di quella compagnia di (av)ventura che
è il gruppo scout, personaggio dello stesso dramma, in cerca
dello stesso... Autore, sulla traccia delle Sue creature e con l’imperativo
interiore di “andare alle cose stesse” (e da esse risalire
al loro artefice e creatore - che è il ca-rattere e il destino,
la destinazione, del cammino scout!). Una recita continua a soggetto
- e ad… oggetto: attra-verso quei luoghi e quelle azioni simboliche
che sono proprie, rappresentative dell’universo di senso dello
scau-tismo. Caccia – giungla – tana - pista - sognare...
Scene e sequenze di un mistero sacro e buffo insieme: una favola in
cui si narra di quel lupus o lupetto in fabula che diventa scout! Una
storia infinita. Una riserva di fantasia (e di caccia!) inesauribile.
Espressione di un’immaginazione sempre in movimento, di un immaginario
collettivo, corale, di gruppo. Un gruppo d’animazione, che è
anche animazione della stessa Unità, il corrispettivo ludico
della sua spiritualità sostanziale: messa in scena e in atto
di tutta la sua potenzialità educativa. La realtà sotto
la specie e la dimensione del gioco - del quale niente è più
serio, più umano (lo ha detto il gran drammaturgo romantico tedesco
Schiller).
Come spiegare altrimenti il segreto del successo, davvero senza precedenti,
che il movimento scout ha avuto e continua ad avere nel mondo dei ragazzi?
“Lo Scautismo è un bel gioco, se ci diamo dentro e lo prendiamo
nel modo giusto, con vero entusiasmo. - Ci conferma il fondatore - E
come per altri giochi, scopriremo che, giocandolo, guadagneremo forza
nel corpo, nella mente e nello spirito”. Il gioco in tutta l’estensione
del termine e gamma del concetto. Quello che, utilizzando come dimensione
di variazione la distinzione classica di Ludus e Paidia, è stato
suddiviso in agonistico (Agon), in aleatorio (legato a sorte, Alea),
in gioco di simulazione (Mi-mecry) e da ultimo in quello volto a creare
un senso di vertigine (Ilinx). Una suddivisione o tassonomia fatta pro-pria
dall’antropologia culturale moderna e postmoderna molto sensibile
al tema del gioco (anche in campo este-tico; vedi l’importanza
di esso nell’opera del maggior filosofo vivente, Gadamer), che
ha avuto come precursore e pioniere pratico empirico proprio il fondatore
dello scautismo: un grande gioco di ambientazione fantastica allo scopo
essenziale. Uno scopo che è anche una missione di familiarizzarsi
sempre di più con il mondo poetica-mente inteso come “casa
del Padre”.